Coronavirus, Coldiretti: da galline ad agnelli, è boom di furti nei campi

Dagli agnelli alle galline fino alle mozzarelle si moltiplicano i furti nelle campagne deserte per le limitazioni agli spostamenti della popolazione con l’emergenza coronavirus
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Dagli agnelli alle galline fino alle mozzarelle si moltiplicano i furti nelle campagne deserte per le limitazioni agli spostamenti della popolazione con l’emergenza coronavirus. E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti in riferimento all’operazione che a Foggia ha portato a pochi giorni dalla Pasqua all’arresto di cittadini senza fissa dimora per il furto di una pecora e di materiale agricolo. Si tratta – sottolinea la Coldiretti – solo dell’ultimo di una serie di episodi che si sono verificati lungo tutta la Penisola dalla Lombardia dove a Mandello del Lario (in provincia di Lecco) si è verificato un furto di galline e uova attraverso un buco nella rete fino al Casertano in Campania dove sono stati spariti agnelli e mozzarelle. Un fenomeno che – continua la Coldiretti – tende ad amplificarsi anche per la situazione di disagio in cui si trova una fetta crescente della popolazione per la mancanza di opportunità di lavoro anche occasionale con le misure restrittive assunte per l’emergenza Covid 19. Non si tratta però sempre di semplici “ladri di polli” poiché spesso si assiste a veri e propri raid capaci di mettere in ginocchio un’azienda, specie se di dimensioni medie o piccole. Gli agricoltori – sottolinea la Coldiretti – sono vittime di ogni genere di furti, dagli animali ai prodotti agricoli, dalle attrezzature ai macchinari, come gli ultimi blitz notturni delle bande criminali che si sono verificati nella terra del Primitivo in Puglia per saccheggiare le campagne, portando via barbatelle del prestigioso vitigno e pali per spalliere. Un fenomeno che aggrava la situazione di crisi in cui si trova il settore agricolo e a seguito dell’emergenza coronavirus che un calo delle attività che ha interessato il 37% aziende agricole secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’.

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