“Il nuovo coronavirus possiede 29mila lettere che caratterizzano la sua sequenza genetica. Per un confronto, l’uomo ne possiede 3,3 miliardi, i batteri qualche milione. Sono proprio come lettere messe in sequenza dalla prima all’ultima, che abbiamo potuto ‘contare’ e studiare per schedarne ogni caratteristica, in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità. E’ il suo codice genetico, attraverso il quale il virus si replica. E abbiamo scoperto che il ceppo di provenienza è unico, ma in Italia si sono registrate alcune variazioni. Sono informazioni importanti soprattutto per studiare un vaccino efficace”. E’ quanto spiegato all’Adnkronos Salute dal direttore del dipartimento scientifico del Policlinico Militare del Celio, il Colonnello dell’Esercito Florigio Lista, in campo dall’inizio dell’emergenza Covid-19 in stretta sinergia con l’Istituto superiore della sanità. L’Iss, in particolare, ha isolato in laboratorio il coronavirus e poi il dipartimento scientifico lo ha sequenziato e analizzato.
L’analisi del Sars-Cov-2, pubblicato su ‘Eurosurvelliance’, è stata fatta grazie all’analisi “di tamponi positivi – spiega Lista – dai quali si estrae l’Rna e si sequenzia. In questo caso abbiamo confrontato i campioni del paziente 1 di Codogno e della coppia di coniugi cinesi provenienti da Wuhan, ricoverati all’ospedale Spallanzani di Roma. In entrambi i casi, nella sequenza genetica virale, ci sono delle variazioni: 4 variazioni che differenziano il ceppo di Codogno da quello di riferimento cinese e 6 variazioni fra il ceppo di Codogno e quello del turista cinese. Abbiamo dunque osservato una variazione del genoma del virus ‘italiano’ sia rispetto al virus rilevato in Cina, sia a quello del paziente cinese a Roma. E’ come se ci fossero quattro mattoncini diversi all’interno dei 29mila totali. Ed è come se il virus avesse fatto ‘scalo’ in Europa e abbia metaforicamente indossato delle “collane speciali”. Così si traccia il viaggio del coronavirus e da qui si comprende anche che abbia fatto una tappa in Germania prima di arrivare da noi“.
“Il dipartimento scientifico – spiega il direttore – da circa 10 anni è inserito in una rete dei più avanzati laboratori europei che si occupano di biodifesa (tracciamento genetico degli aggressivi biologici e dei virus rari). Il dipartimento del Policlinico Militare dipende dal Comando Logistico dell’Esercito ed è costituito da circa 40 unità (tra medici, biologi, ricercatori e tecnici) di tutte le Forze Armate e alla sue dipendenze vi è anche il neocostituito Centro Veterani della Difesa“.