Quasi tutti i pazienti colpiti dal Coronavirus che necessitavano del supporto del ventilatore nelle strutture ricondotte al più grande sistema sanitario nello Stato di New York, il Northwell Health, sono morti: è quanto emerso da uno studio del Consorzio di ricerca del Northwell Health pubblicato sul Journal of American Medical Association, secondo il quale dal 1° marzo al 4 aprile l’88% dei malati sottoposti a ventilazione è morto nei 12 ospedali che fanno capo al Northwell Health.
In totale, il 21% dei pazienti curati presso il Northwell Health è deceduto (553). Tra il 12% di chi aveva bisogno di ventilatori per respirare il tasso di mortalità è salito all’88%. Il tasso era particolarmente alto per i pazienti over 65 con necessità di ventilatori.
Un team di esperti ha esaminato le cartelle cliniche elettroniche di 57mila pazienti da queste è emerso che più della metà, il 57%, soffriva di pressione alta, il 41% era obeso e il 34% aveva il diabete.
“L’88% di mortalità tra chi ha avuto bisogno di un supporto per la ventilazione a New York fa paura, in Italia non è assolutamente così. Forse è un problema del loro sistema sanitario. Non possiamo dire se è per colpa del fatto che la diagnosi è arrivata tardi o la terapia sbagliata. Ma se avessimo qui quei dati cambierei mestiere“: lo ha dichiarato all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive al Policlinico San Martino di Genova. “Il sistema sanitario americano, basato sulle assicurazioni e sulla sanità privata, probabilmente fa arrivare tardi i pazienti alle cure. Ma più delle polemiche, voglio ribadire dire che l’Italia sanitaria è campione del mondo nella gestione del Coronavirus. Dobbiamo tutti dire forte che chi esce vincitore da questa emergenza è il Servizio sanitario nazionale, dai medici fino a chi fa le pulizie in ospedale“.