“Presumibilmente siamo arrivati al culmine della curva, è finito l’aumento esponenziale dei contagi, possiamo livellarci come accaduto in Corea grazie ad un numero maggiore di tamponi e ad una corretta valutazione dei casi. Le misure di contenimento sociale italiane sono state prese in ritardo, sicuramente hanno portato ad una riduzione del contagio e quindi hanno indotto allo stesso effetto che si è verificato in Cina dove dalla prima stima di mortalità del 2% si è poi arrivati a meno dell’1%“. E’ quanto dichiarato dal virologo, professor Giulio Tarro, al sito coronablues.org, lanciato da un gruppo di ricercatori europei. Il portale web intende contribuire alla discussione pubblica selezionando e raccogliendo dati, fatti, informazioni ed opinioni di esperti e scoprendo notizie false su COVID-19.
“Vedrete che anche in Italia si arriverà alla stessa percentuale – ha continuato Tarro – C’è una grande discrepanza tra i primi dati e quelli dell’Iss dove avviene un’attenta analisi delle cartelle cliniche dei pazienti e dunque si evidenzia la differenza tra persone morte con Coronavirus o di Coronavirus. I dati diffusi sulla mortalità in queste settimane hanno creato una sindrome da panico che certo non fa bene al nostro sistema immunitario. Come stiamo vedendo dai report dell’Iss sta accadendo in Italia quello che abbiamo già visto in Cina: tra i deceduti di Coronavirus troviamo persone con gravi patologie come cardiopatie, diabete, malattie epatiche, renali o polmonari”.
“La percentuale di mortalità va calcolata sul numero dei contagiati e non dei ricoverati. Così spieghiamo la differenza con i dati tedeschi, non credo che la loro sanità sia migliore della nostra. Noi abbiamo pagato soprattutto i tagli ai finanziamenti con la conseguenza di meno posti letto nei reparti di terapia intensiva“, precisa Tarro. “Il vaccino per il Coronavirus potrebbe rivelarsi inutile se esiste ad esempio la variante cinese e padana del virus, sarà complicato averne uno che funziona in entrambi i casi esattamente come avviene per i vaccini antinfluenzali che non coprono tutto. Con il rischio di acquistare vaccini inutili come accaduto in passato quando abbiamo dovuto regalarli all’Africa”.
“Bisogna ricordare che né per la prima Sars né per la sindrome respiratoria del Medio Oriente sono stati preparati vaccini, facendo invece ricorso agli anticorpi dei soggetti guariti. Abbiamo superato situazione ben peggiori come la prima spagnola che fece più vittime della prima guerra mondiale. Siamo in evoluzione, troveremo i sistemi per difenderci dai nuovi agenti che emergono o che facciamo venir fuori noi. Intanto bisognerebbe cominciare a riaprire il Paese, creando una cortina di protezione per quelle fasce di popolazione più a rischio“, conclude l’esperto.