“Non può fare la spesa in tuta”, “è vietato comprare i giornali”: le multe più assurde (e ingiuste) degli agenti ossessionati dal decreto anti Coronavirus

Comprare il giornale, correre da soli, sedersi mentre si è in una coda chilometrica al supermercato: ecco i nuovi terribili reati degli italiani
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Che la situazione che stiamo vivendo ci abbia colti impreparati, lo sapevamo già. Cittadini, istituzioni, forze dell’ordine: tutti vanno quasi a tentativi per cercare di districarsi nei meandri di nuove regole, nuovi modi di interpretare le leggi e nuovi modi di vivere. Il caos che si è venuto a creare ha causato contraccolpi per molti, costretti a stare in casa e a rinunciare a qualsiasi tipo di spostamento non ritenuto necessario. Ma tanti hanno deciso, e non solo per necessità, di spostarsi, di provare a fare cose ‘normali’, tentando la sorte e soprattutto sperando di non ricevere una multa, o una denuncia. A Palermo, per citare il caso più emblematico, un uomo ha deciso di raggiungere la spiaggia di Mondello ogni giorno, e paga la multa ogni volta che viene fermato e gli viene elevata la contravvenzione. Senza battere ciglio.

Ad oggi, come scrive la Repubblica, il 5 per cento degli italiani sono sono stati multati per non aver rispettato il decreto anti-Coronavirus. Certo è che, a fronte di molti indisciplinati, o più semplicemente innocui ribelli, ci sono anche alcuni esponenti delle forze dell’ordine che, in diversi episodi documentati sui social, sono apparsi eccessivamente zelanti e rigorosi nelle loro decisioni e nelle loro imposizioni, confusi anch’essi sulle disposizioni che sarebbero chiamati a far rispettare. Parecchi cittadini, dopo essere incappati in sanzioni, hanno deciso di far ricorso ai prefetti rifiutandosi di pagare le multe. E le loro istanze, con altissima probabilità, verranno accolte.. In altri casi, invece, riconoscendo l’illegittimità della sanzione, i vertici delle forze dell’ordine hanno chiesto pubblicamente scusa e annullato la multa emessa.

Ecco una raccolta di alcuni tra gli episodi più emblematici di questa confusione che da Nord a Sud unisce tutta Italia in un solo popolo, evento quest’ultimo più unico che raro.

A Livorno una famiglia è stata sanzionata mentre portava la piccola ad una visita di controllo dopo un trapianto. In questo caso, ovviamente, le scuse sono arrivate quasi immediate, ovvero dopo un grande polverone mediatico alzato dalla vicenda, con l’azzeramento della multa da 530 euro. A bordo dell’auto c’erano marito, moglie e due bambini, partiti da Grosseto e diretti all’ospedale di Pisa. I poliziotti che li hanno fermati non hanno voluto sentire ragioni, ma è bastato che la vicenda facesse il giro di giornali e televisioni italiane, perché arrivassero le scuse e l’annullamento.

Altro episodio accaduto a Genova: un verbale elevato ad un’infermiera che aveva appena terminato il suo turno di lavoro. La donna, per giunta, presta servizio in un ospedale Covid 19. La sua colpa, agli occhi degli agenti, il fatto che non avendo la patente ha chiesto al marito di andarla a prendere per evitare di prendere mezzi pubblici ed esporre se stessa e gli altri a maggior rischio di contagio. Il questore del capoluogo ligure, Vincenzo Ciarambino, ha riconosciuto l’errore fatto dagli agenti e ha annullato il verbale.

Ma non solo la polizia incappa in errori e scivoloni. A Roma, durante una lunga fila in attesa fuori dal supermercato, una signora ha deciso di sedersi su una panchina ad aspettare il proprio turno, da sola, indossando guanti e mascherina e sfogliando il giornale che aveva appena comprato. Alla donna, sessantenne, questa ‘malsana’ idea è costata 280 euro. Come racconta la stessa Ilaria: “‘Che fa, sta seduta?’, mi ha detto un carabiniere. Io soffro pure di osteoporosi e il medico mi ha detto di prendere sole. Ma voleva il certificato“.

E dal Lazio passiamo alla Campania. “Stavo andando in chiesa, vicino casa. È consentito andare a pregare da soli“. Consentito? chissà. A lei la preghiera è costata 400 euro. Anche in questo caso la confusione si è impadronita degli agenti: sono vietate le messe con i fedeli, non la preghiera dei singoli, eppure a Cosenza un prete che portava da solo in processione il Cristo in croce si è beccato una multa salata. Vai a sapere perché.

E in Toscana si è quasi raggiunta l’apoteosi con l’episodio della multa per la tuta. E’ vietato andare a fare la spesa in tenuta da jogging, approfittando della strada da fare per camminare a passo veloce? A quanto pare, secondo gli agenti, sì. Federica Torti, presentatrice tv, lo ha fatto è si è beccata una bella multa. “Adesso non si è liberi neanche di indossare le sneakers. Stavo andando al supermercato più vicino e avevo lo zaino per la spesa“.

Correre sembra l’azione più diabolica del momento. La conferma arriva da Roma, dove i poliziotti hanno fatto una multa da 400 euro ad una dottoressa che da Via del Corso era andata verso Fontana Trevi per fare qualche passo, consentito, di attività motoria.Ero a poche centinaia di metri, mi hanno contestato che erano più di 200, ma il decreto dice “in prossimità”. L’avevo con me, gliel’ho mostrato, mi hanno detto: faccia ricorso“.

Correre, dunque, è grave, come anche comprare i giornali. Due reati tra i più terribili. Eppure che i giornali siano un bene di prima necessità è stato sancito dal decreto, ma a quanto pare per alcuni esponenti delle forze dell’ordine la questione non è chiara. A Reggio Emilia un settantenne ortopedico in pensione, tra i medici richiamati al lavoro per l’emergenza Covid, è stato multato proprio per questo. “Ero uscito da casa per andare a comprare il giornale e le mascherine. Ho detto che lo facevo tutti i giorni. Multa da 373 euro“, racconta l’uomo.

Infine, andiamo in Sardegna. Due pensionati si sono visti elevare una multa da 900 euro dai vigili per essere usciti insieme per andare a fare la spesa a Nuoro. Davanti agli agenti l’uomo, disabile, ha avuto un malore. Come se fosse pericoloso uscire con il proprio consorte, persona con la quale, in teoria, trascorriamo anche la quarantena in casa, e che dunque se deve contagiarci lo fa tra le mura domestiche, non di certo mentre siamo al supermercato.

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