“La chiave del successo di questa sorta di sperimentazione risiede nella consapevolezza che ognuno di noi partecipa in prima persona e può fare la differenza. Siamo ancora dentro l’epidemia. Aperture sì, ma con estrema accortezza nel gestirle“: lo ha dichiarato, in un’intervista al Corriere della Sera, Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, precisando che “sul piano epidemiologico i segnali di come è andata li interpreteremo la prossima settimana. Dai dati capiremo se i comportamenti dei cittadini sono stati virtuosi“.
L’errore più grande, secondo l’esperto, sarebbe quello di “pensare che il pericolo sia passato e dimenticare che potremmo ricaderci, quindi non usare le stesse cautele della fase 1. Mi sembra che tutti abbiamo imparato la lezione. Se continuiamo così potremo poi permetterci maggiori libertà e andare avanti con altre riaperture controllando la diffusione del virus“. “I punti di fragilità sono le aggregazioni che possono crearsi ovunque, in autobus, al supermercato, al parco e in strada. Sul riaprire tutto, non sono pessimista, ma cauto. Non sono il signor no. Dateci il tempo di monitorare l’effetto di questi primi passi. Bisogna contare i nuovi contagi e verificare che non siano aumentati prima di pensare al dopo“.
“Il virus potrebbe riprendersi velocemente se non stiamo attenti. Anche se è difficile che l’epidemia possa ripresentarsi con la drammaticità che ha espresso in Lombardia. Oltre alle contromisure già in atto, esiste un piano organizzativo per intervenire con tempestività ed evitare situazioni estreme“, ha spiegato Silvio Brusaferro, che, parlando della possibile riapertura del campionato di calcio, precisa che “siamo in fase di valutazione, il parere del Comitato tecnico scientifico non è pronto. Tutti gli sport di squadra mettono insieme un certo numero di persone che possono variare a seconda delle discipline. Sono per definizione delle aggregazioni. Ci sono tante variabili in gioco“. Quanto alla riapertura dei musei, “va fatta una riflessione attenta. Tutte le possibili riaperture devono tener conto delle ripercussioni sui trasporti. E la filosofia di fondo: garantire il distanziamento sociale nell’intero percorso, da quando si esce di casa. Peri musei non è una questione di ampiezza delle sale ma di poter contare su una organizzazione che garantisca determinati standard di sicurezza“.
“La fase 2 richiede analisi anche a livello regionale, l’idea è quella di procedere in modo chirurgico tenendo conto che così come si adottano zone rosse si possano prevedere aree meno blindate, dove rilasciare qualche libertà in più“.