“E’ ancora tutta da determinare la possibile influenza del caldo sul Coronavirus“: normalmente, “le infezioni respiratorie nel periodo estivo hanno una diminuita incidenza: dall’influenza alle varie forme di raffreddore, tra cui anche quelle da Coronavirus comuni. In questo caso, però, ancora non lo sappiamo“: lo ha affermato Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, rispondendo ai giornalisti oggi alla conferenza stampa sull’andamento dell’epidemia in Italia, all’Istituto Superiore di Sanità. “Il caldo ha un effetto sulle virosi respiratorie. Questo non tanto perché può provocare uno stress del virus attraverso una più rapida evaporazione, con l’essiccamento dei droplets, e quindi anche un minore resistenza ambientale. Potrebbe essere un effetto, ma non è facilmente quantizzabile. La vera ragione è che nella stagione estiva, in tempi normali, c’è naturalmente il distanziamento sociale: chiudono scuole, uffici, si vive di più all’aperto“. Insomma “c’è un effetto sui comportamenti umani che può diminuire l’incidenza di virosi respiratorie“. Quando si parla di “un virus nuovo, con un’ampia popolazione suscettibile è difficile dirlo. L’influenza che può avere è tutta da determinare” .