“La valutazione alla fonte dell’esistenza o meno di persone contagiate in determinati contesti è, e sarebbe stata, il presidio fondamentale per evitare l’ulteriore, eventuale espansione dell’infezione. Andare a vedere chi è infettato o no è molto più importante del distanziamento“: lo ha affermato Massimo Galli, direttore Malattie Infettive Ospedale Sacco, Milano, in collegamento con Agorà su Rai3. “Continuo a ritenere che si debba lavorare alla fonte, cioè all’identificazione di quelli che ancora hanno l’infezione addosso, si doveva e si deve lavorare per dare risposte alle moltissime persone, anche molto irritate per questo, che chiedono di conoscere il proprio stato e preferirebbero non doverlo fare a pagamento. Inconcepibile che il pubblico decida che va bene così, non è stato in grado di dare questo genere di risposta ai cittadini“. “Moltissime persone stanno prendendo appuntamenti in ambulatori privati per fare un test che non sono riusciti a fare con il servizio sanitario nazionale. Questa, secondo me, è una debacle per l’organizzazione della sanità soprattutto in una epidemia come questa“.
In riferimento all’efficacia della distanza di un metro, secondo l’esperto “dipende dalle circostanze, se c’è in giro qualcuno che tossisce e starnutisce il virus in giro, il metro può essere poco. Ma se non c’è questa circostanza, e le persone che non stanno bene se ne stanno a casa, il metro è ragionevole“. “C’è ancora molto da fare e da capire per quanto attiene alla possibilità di far ricominciare a lavorare molte imprese soprattutto nell’ambito della ristorazione, dei bar, del commercio al dettaglio. Le caratteristiche di queste imprese sono difficili da conciliare anche con la regola del metro di distanza e della mascherina“.
“Cinque ore di stazionamento nella stessa aula da parte di una classe di ragazzi o bambini con un distanziamento assai improbabile, rappresentano un perfetto incubatore per il virus“, spiega Galli in merito alla mancata riaperture delle scuole. “Abbiamo questa epidemia, da sempre per queste malattie a trasmissione aerea, la scuola è stata l’incubatore perfetto. Questo è un Paese che non vaccina i bambini per l’influenza e ogni anno ci facciamo delle classi di incubatori di influenza che viene passata agli adulti“.