“C’è una sensazione, ma non è una certezza scientifica, che il paziente oncologico si è ammalato molto meno di Covid-19 di quanto immaginavamo potesse accadere. Anche i dati dell’Iss lo dicono, oltra alla nostra esperienza. Su questo tema dobbiamo studiare di più“: lo ha dichiarato Saverio Cinieri, presidente eletto Aiom e direttore Oncologia medica e Breast unit dell’ospedale Perrino di Brindisi, in occasione di una conferenza stampa online dell’Associazione italiana di oncologia medica. “La prima pubblicazione sui pazienti oncologici e Covid-19 ci è arrivata dalla Cina ed era drammatica per quanto riguarda l’immunoterapia. Dicevano che c’era un aumento del rischio, abbiamo dilazionato allora le immunoterapie, spaventati anche noi da queste prime esperienze. In realtà abbiamo visto che non è così, si crea un meccanismo biologico fra immunoterapia e trattamenti anti-Covid-19 che ancora non conosciamo. Forse il paziente oncologico è più attento alle infezioni ma c’è sicuramente qualcosa che ci sfugge. Lo stesso mi hanno detto i colleghi ematologi parlando dei loro pazienti“.
“Sappiamo che in alcune realtà le terapie oncologiche sono proseguite anche in pazienti Covid-19 positivi. Questo dato deve farci riflettere, se di fronte ho un caso Covid asintomatico, senza problemi clinici e con una neoplasia che fondamentalmente può guarire con la terapia, devo calcolare il rischio-beneficio e in alcune realtà questo rischio è stato calcolato facendo proseguire le terapie oncologiche a chi era positivo al Coronavirus. Sono state esperienze piccole ancora non pubblicate, ma sono mattoni del muro della conoscenza“.