Un episodio emblematico, accaduto negli USA, fa comprendere bene cosa può succedere quando molte persone si riuniscono al chiuso durante una pandemia: lo scorso 10 marzo, a Mount Vernon, nello stato di Washington, un gruppo di cantanti del coro della chiesa si è riunito per esercitarsi, come accadeva di consueto tutti i martedì sera.
Il coro è composto da 122 persone, e quella sera erano presenti circa la metà, compreso un corista che da giorni non si sentiva bene, e accusava sintomi influenzali: questa persona è risultata positiva al Coronavirus e, due giorni l’incontro, altri 6 membri del coro erano a casa con la febbre. In seguito, su 61 persone presenti, 53 sono state infettate dal Coronavirus e due di loro sono morte. L’età media dei coristi è 69 anni.
La storia di questo coro è stata riportata dal Los Angeles Times, ed ora una ricerca dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie) riportato dal New York Times, dimostra come l’azione rapida, compreso l’isolamento volontario e il tracciamento dei contatti, hanno contribuito a contenere la diffusione e a prevenire un pericoloso focolaio.
Si deve infatti considerare che anche se il virus ha praticamente contagiato quasi tutto il coro con 32 casi confermati e 20 sospetti, l’epidemia non si è diffusa nel resto della comunità.
Probabilmente, a favorire il contagio è stato l’atto stesso di cantare (le persone alzano la voce ed emettono un numero maggiore di minuscole goccioline che possono trasportare il virus) senza contare che i componenti del coro si sono seduti nei loro posti assegnati come di norma, su sedili a pochi cm di distanza l’uno dall’altro. Erano presenti solo la metà dei coristi, e molti erano seduti accanto a posti vuoti, ma, durante una pausa, i partecipanti si sono riuniti in una stanza e condiviso snack, e infine tutti insieme hanno riposto le sedie.
Quando il 15 marzo il direttore del coro ha inviato un’e-mail a tutti i membri comunicando che 6 persone erano state infettate, i coristi si sono autoisolati. Tre giorni le autorità della Contea hanno avviato le sue indagini e tracciato i contatti. Grazie ad un’azione decisa e veloce, l’epidemia è stata contenuta: solo 406 casi su oltre 102mila abitanti.