Coronavirus, lo studio francese: il SARS-CoV-2 non sopravvive nell’acqua di mare

"Anche se non si tratta di una certezza che può essere estesa alla totalità dell'acqua di mare, l'assenza di tracce di Sars-Cov-2 è una buona notizia"
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Secondo una ricerca condotta dall’IFREMER (Institut français de recherche pour l’exploitation de la mer), il nuovo Coronavirus sembra non riuscire a sopravvivere nell’acqua di mare.
Lo studio ha esaminato – con analisi molecolari – ostriche, cozze e campioni d’acqua di mare raccolti in diversi tratti del litorale francese nei pressi di fonti di contaminazione fecale di origine umana (3 siti sulla costa normanna, 8 su quella bretone, 8 sull’Atlantico e 3 sul Mediterraneo), con prelievi ripetuti ogni 15 giorni.
Si è rilevato che né le 21 conchiglie esaminate, 2 di cozze e 19 di ostriche, né i campioni di acqua di mare, hanno mostrato la presenza del SARS-CoV-2 (6 conchiglie avevano tracce di norovirus, segno di contaminazione con materiale fecale in cui si è dimostrato che il Coronavirus prolifica).
Anche se non si tratta di una certezza che può essere estesa alla totalità delle conchiglie e dell’acqua di mare, l’assenza di tracce di Sars-Cov-2 rivelata dalla nostra ricerca è una buona notizia“, ha spiegato una delle autrici della ricerca, Soizick Le Guyader.
Per il momento nei molluschi non abbiamo mai individuato tracce di Sars-Cov-2. Soprattutto per questo studio, ci siamo messi in zone molto contaminate dall’espulsione di acque usate, abbiamo quindi massimizzato le occasioni di trovare il virus“, ha spiegato Le Guyader ai microfoni dell’emittente radiofonica “Europe 1”

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