Ecco un elenco di boschi e foreste certificati da FSC da visitare quest’estate in quanto garantiscono servizi naturali e supportano il settore turistico nazionale.
1. I boschi litoranei del Veneto orientale
Le spiagge non potranno essere frequentate perché limitate nell’affollamento? Niente paura: alle spalle di località rinomate come Biblione, Eraclea, Jesolo e Lignano Sabbiadoro, in Veneto, ci sono oltre 300 ettari di splendidi boschi planiziali gestiti dall’Associazione Forestale di Pianura (AFP) per scopi di conservazione e protezione. Dell’associazione fanno parte, oltre ad alcuni gestori privati, otto Comuni veneti, che uniscono così le principali dorsali ecologiche del territorio: i fiumi Sile, Piave, Tagliamento e Livenza, nonché le aree litoranee, caratterizzate da lagune, oasi e aree umide. L’obiettivo è gestire con criteri condivisi 35 fra foreste e pinete litoranee, valorizzandole a scopo turistico-ricreativo e creando un collegamento tra le spiagge e l’entroterra: sono aree ricche di percorsi escursionistici, che si snodano fra le vestigia delle antiche foreste della Serenissima e le piantumazioni più recenti, dove si stanno riportando alla vocazione originaria ettari di aree agrarie. Qui sono presenti percorsi per trekking o bici, aree attrezzate per picnic e accessibili alle persone con disabilità, ed è possibile raccogliere funghi, frutti o pinoli.
Tra i più caratteristici, i 33 ettari di boschi e zona umida del Bosco delle Lame (a Sindacale di Concordia Sagittaria, in provincia di Venezia), dove crescono farnie, carpini bianchi, frassini, aceri e olmi campestri: qui vivono scoiattoli, lepri, volpi, fagiani, falchi di palude, daini e cigni. Dalle torrette per il birdwatching si può ammirare l’intero bosco e gli stagni frequentati da uccelli migratori e autoctoni, ma si può anche lasciare che lo sguardo si posi sulla bellezza del canale che porta alla laguna di Caorle. A San Stino di Livenza (sempre nel veneziano) c’è il Bosco Bandiziol-Prassaccon che, con i suoi 118 ettari, è fra le più estese foreste planiziali della Pianura Padana. A San Donà di Piave (Venezia) ci si può immergere invece nella natura del parco urbano di Bosco Fellini e i suoi 23 ettari ricchi di specie arboree. Ancora, a Cessalto (Treviso), si può pedalare o camminare dentro al Bosco Olmè – Bosco di Cessalto (24 ettari), tra i più vasti lembi di bosco relitto del Veneto. Da non dimenticare poi le pinete di Eraclea (30 ettari) e S.Margerita di Caorle (7 ettari), il piccolo Bosco Belvedere a Torre di Mosto, i Boschi C2, Canoro e Delle Fate di San Michele al Tagliamento; il Bosco Le Crete a Quarto d’Altino; il Bosco Viola a Concordia Sagittaria.
2. Il Parco regionale Oglio Sud, fra Cremona e Mantova
È stato il primo parco regionale ad ottenere la certificazione FSC per i servizi ecosistemici: l’area boschiva protetta (75 ettari) si sviluppa lungo le sponde del fiume Oglio. Qui, sono numerosissimi i percorsi che si snodano tra campagne, boschi e canali, intervallati non solo dalle meraviglie della natura – scorci di fiume, riserve e oasi – ma anche da quelle dell’uomo, come piccole chiese, castelli e porticati. Il Parco Oglio Sud si estende lungo l’intero corso del fiume che va dall’affluenza del fiume Mella alla confluenza con il Po: 70 chilometri e 12 mila ettari compresi tra le province di Cremona e Mantova. All’interno si snodano sentieri da percorrere a piedi o in bici (Ciclovia dei 3 fiumi e Via Postumia), attraversando le campagne su strade secondarie e arginature sia asfaltate sia sterrate. All’interno delle Riserve Naturali Le Bine e Torbiere di Marcaria, sono presenti, oltre ai percorsi, anche capanni, una torretta di osservazione degli animali e pannelli informativi che illustrano la vegetazione, la fauna e la storia dei luoghi. L’intero corso del fiume all’interno del parco è attraversato poi dalla Greenway dell’Oglio sulla sua sponda destra, segnalato con cartellonistica apposita.
3. Le foreste di ERSAF Lombardia
L’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e Foreste della Regione Lombardia (ERSAF) gestisce un totale di 16.594 ettari di bosco, sparsi in 20 foreste regionali, allo scopo di valorizzare la filiera e come complemento allo sviluppo di azioni di comunicazione e promozione territoriale. La gestione forestale sostenibile, certificata da FSC, ha portato negli anni ad aumentare lo stock di carbonio di queste aree fino a superare nel 2019 i tre milioni di tonnellate di CO2, pari alle emissioni annuali medie di oltre 184 mila auto. La corretta gestione della risorsa idrica ha inoltre generato un piano per la conservazione di 30 sorgenti ad uso potabile, che ora sono protette dall’eccessiva pressione antropica, dalla contaminazione da bestiame e dall’apporto di sedimento in contesti di forte erosione del suolo. Fra le aree più importanti e ricche di biodiversità, il Parco dello Stelvio e sei riserve naturali: Giovetto di Paline (Brescia-Bergamo); Isola Boschina (Mantova), isola che occupa una parte riparata del fiume Po e originata dal deposito di materiale sabbioso da parte del fiume; Monte Alpe (Pavia); Valle del Prato della Noce (Brescia); Sasso Malascarpa (fra Lecco e Como), tra le zone di maggiore interesse geologico, geomorfologico e paleontologico della Lombardia, e Valsolda (Como).
4. La foresta di Rincine nell’Unione dei Comuni Valdarno e Valdisieve (Firenze)
Sono quasi 1.500 ettari di boschi appartenenti alla Regione Toscana e gestiti dall’Unione di Comuni Valdarno e Valdisieve. Qui si promuovono da un lato la difesa del suolo e dell’assetto idrogeologico, dell’ambiente, del paesaggio e delle risorse di particolare interesse naturalistico, culturale e storico, e dall’altro si mettono in campo azioni a tutela della biodiversità e la protezione della flora e della fauna. Il complesso forestale ricade all’interno della “Foresta Modello delle Montagne Fiorentine”, la prima e per ora unica realtà italiana accreditata da una rete internazionale che mira a migliorare l’integrazione e la sostenibilità della gestione dei boschi e del territorio. La certificazione FSC ha verificato oltre 650 mila tonnellate di anidride carbonica catturate ogni anno da piante e alberi in queste aree, dove la comunità può beneficiare anche di aree e piazzole di sosta che ospitano anche eventi e attività, in un’area corrispondente a circa 2.400 campi da calcio.
5. La sughereta sperimentale di Agris Sardegna (Sassari)
La sughereta sperimentale Cuseddu Miali Parapinta, situata nel comune di Tempio Pausania (Sassari) e gestita da Agris Sardegna, copre una superficie di circa 67 ettari, ed è in buona parte popolata da quercia da sughero mista a roverella. All’interno della sughereta è individuabile un’area di un ettaro lasciata a libera evoluzione dal 1960 e priva quindi di qualsiasi tipo di attività di gestione, caratterizzata da una presenza rilevante dell’orniello, che ha preso il sopravvento sul resto delle specie presenti. La gestione di questa area è finalizzata alla valorizzazione naturalistica del bosco. È la prima sughereta a livello mondiale ad avere ottenuto nel 2005 la certificazione FSC, grazie al coordinamento di WWF Italia, e con l’introduzione della procedura per la verifica dei Servizi Ecosistemici potrà ora disporre di un nuovo strumento in grado di quantificare gli impatti positivi dovuti alla buona gestione delle aree di pertinenza, attivando la possibilità di attirare pagamenti ed investimenti.
Le altre foreste
Oltre ai boschi certificati per i servizi naturali, vi sono aree votate alla produzione sostenibile di legname secondo gli alti standard fissati dai protocolli di FSC, per un totale di quasi 70 mila ettari: veri e propri patrimoni del paesaggio e dell’ambiente italiano.
6. Il Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino (Vercelli).
Zattera verde nel cuore delle risaie piemontesi, è uno degli esempi più significativi di relitto di foresta planiziale, non tanto per la sua estensione – circa 600 ettari – ma per la storia unica che riassume e rappresenta: era il 1275 infatti quando Guglielmo il Grande, Marchese del Monferrato, fece donazione di questa area ai “partecipanti”, ossia alla comunità locale. Da allora, la sua gestione si è tramandata di generazione in generazione, sino ad oggi, conservando usi e regole dell’amministrazione collettiva. Da 15 anni circa, una ulteriore valorizzazione è giunta grazie all’ottenimento della certificazione di gestione forestale FSC. L’intero Parco Naturale (1.068 ettari) ricomprende i complessi architettonici dell’Abbazia di Lucedio, di Montarolo e della Madonna delle Vigne, ed è caratterizzato dalla presenza di più di 400 diverse specie vegetali, tra cui la fauna locale (poiana, nibbio, fagiano, cuculo, gufo comune, allocco ma anche cinghiali, volpi, donnole, ricci e 16 specie di libellule) trova riparo.
7. Meritano assolutamente una visita le foreste della Magnifica Comunità di Fiemme in Trentino.
20 mila ettari di territorio fra boschi e pascoli, che nel complesso rappresenta quasi la metà della superficie della vallata, conosciuta in tutto il mondo per l’eccellenza e il pregio delle sue foreste e dei suoi abeti di risonanza utilizzati per gli strumenti musicali.
8. Caldamente consigliabili anche le escursioni fra i boschi del Comune di Asiago, nel Vicentino.
Quasi 6 mila ettari di faggi, abete rosso e bianco, larici e mugheti, tra i quali riverberano ancora forti la storia e i tragici avvenimenti della Prima Guerra Mondiale.
Sia la Magnifica Comunità di Fiemme, che il Comune di Asiago ospitano rigogliose foreste, fondamentali per l’economia locale montana, e hanno subito ingenti danni durante la tempesta Vaia che ha colpito l’arco alpino a fine ottobre 2018. Inerpicarsi qui in mountain bike o a piedi, percorrerne in silenzio i sentieri, mangiare qualcosa di frugale seduti nei prati diventano quindi gesti dal doppio significato: rigenerarsi in sicurezza, lontano dal caos e dagli assembramenti, ma anche aiutare le comunità impegnate a ripartire, salvaguardando il patrimonio ambientale e storico che rappresentano questi boschi.