Ogni Overshoot Day segna il giorno in cui il pianeta o un determinato Paese avrebbero utilizzato più di ciò che la Terra è in grado di rinnovare in tutto l’anno. Quest’anno, l’Overshoot Day dell’Italia è stato ieri, 14 maggio, al pari della Francia. Ma il nostro Overshoot Day è arrivato prima di quello di Regno Unito, Grecia, Portogallo, Romania, di gran parte dei Paesi del Centro e Sud America e della Cina (vedi infografica sotto). L’Overshoot Day italiano è in anticipo di un giorno rispetto al 2019 (quando era stato il 15 maggio, ma il 2020 è stato bisestile), e in anticipo di due mesi e mezzo rispetto all’Overshoot Day mondiale, che nel 2019 è stato il 29 luglio.
Per calcolare il Giorno del Sovrasfruttamento terrestre di un singolo Paese, si confrontano l‘impronta ecologica dei suoi abitanti e la biocapacità globale, cioè la capacità del Pianeta di rigenerare risorse naturali per ogni suo abitante. L’Impronta Ecologica tiene traccia della domanda dell’uomo per le aree biologicamente produttive che forniscono risorse naturali e servizi ecosistemici, come ad esempio cibo, legname, fibre, spazio occupato per le infrastrutture e assorbimento delle emissioni di CO?. Attualmente, proprio le emissioni di anidride carbonica costituiscono il 60% dell’intera Impronta Ecologica dell’umanità.
Se tutti vivessero con i nostri ritmi, occorrerebbero 2,72 Terre per soddisfare le esigenze della popolazione terrestre. In questo momento, a livello mondiale, abbiamo bisogno di quasi due pianeti (1,75 circa). Storicamente, l’impronta ecologica italiana aumenta soprattutto per la produzione di cibo e per i trasporti. Per prolungare il numero di giorni in un anno in cui viviamo in equilibrio con il pianeta e quindi spostare in avanti il nostro Overshoot Day dovremo lavorare per rendere più sostenibili questi due settori.