Con l’epidemia di coronavirus e il conseguente lockdown, gli italiani sono stati costretti ad interrompere le cure in corso dal dentista e i risultati sono tutt’altro che positivi. 3 milioni di persone durante il lockdown hanno visto peggiorare le patologie parodontali anche per la scarsa attenzione dedicata all’igiene orale e il timore è che la situazione economica possa indurre gli italiani a rinunciare alle cure e ai controlli. Lo rivelano i dati di un’indagine Key-Stone, secondo cui uno su cinque, nel prossimo futuro in caso di necessità, teme di non avere soldi a sufficienza da destinare a visite e controlli dal dentista, o preferirebbe rinviarli di almeno un anno.
“La crisi economica provocata dalla pandemia di Covid-19 rischia di ripercuotersi pesantemente anche sulla salute orale con effetti che potrebbero essere ancora più gravi rispetto a quelli del 2011, quando furono circa 2,5 milioni gli italiani costretti a rinunciare al dentista – afferma Luca Landi, presidente SIdP, Società Italiana di Parodontologia – in particolare per quei pazienti e quelle fasce della popolazione più fragili il rischio reale è che in un momento di incertezza anche economica come quella attuale, decidano di rinunciare o rimandare controlli e visite dal dentista, peggiorando ulteriormente le loro condizioni”.
“I 70 milioni di visite erogate nel 2019 dai 39.000 studi dentistici italiani – interviene Nicola Marco Sforza, presidente eletto SIdP – rischiano di diminuire fino a un terzo anche per le necessarie procedure di sicurezza da adottare, fra la riduzione al minimo della permanenza in sala d’attesa e la sanificazione degli ambienti fra un paziente e l’altro: ciò determina di fatto un aumento dei tempi necessari di ogni visita”. “Esiste anche un diffuso e comprensibile timore di un aumento delle parcelle. Ma un incremento delle tariffe comporterebbe un ulteriore problema di accessibilità a cure semplici ed efficaci per mantenere le gengive in salute – riprende Landi – ridurre la priorità che devono avere la prevenzione, l’igiene orale e le visite di controllo sarebbe dunque un disastro per la salute pubblica per le implicazioni anche sistemiche delle patologie gengivali, di cui le fasce più deboli sarebbero le prime a fare le spese. In Italia il 93% delle prestazioni odontoiatriche è erogata infatti da studi privati e il servizio sanitario nazionale risponde alle esigenze dei cittadini in minima parte, pertanto non arginare l’abbandono dei controlli e delle procedure odontoiatriche vorrebbe dire abdicare al nostro ruolo di responsabilità sociale. Siamo però fiduciosi, perché comunque i dati della nostra ricerca ci indicano che moltissimi italiani non rinuncerebbero alle cure odontoiatriche nonostante l’incertezza della situazione economica e il nostro obiettivo è far crescere questa percentuale e la consapevolezza che le cure odontoiatriche rappresentano un servizio indispensabile per la comunità intera” sottolinea Landi.
Proprio per questo gli esperti della SIdP stanno cercando di potenziare le possibilità di teleconsulto, valutate positivamente dal 40% degli italiani, sebbene uno su tre abbia timore di non essere in grado di utilizzarlo adeguatamente. “La SIdP ha già da tempo messo a disposizione dei pazienti un’app per autovalutare il proprio rischio di avere o sviluppare una malattia gengivale, adesso stiamo valutando come integrare in questa applicazione anche la possibilità di fare un controllo a distanza dei pazienti già in cura. L’obiettivo è promuovere la partecipazione a un servizio di teleodontoiatria che, grazie a dei questionari e alle fotografie standardizzate che il paziente invia all’odontoiatra renderebbe possibile un check digitale. Questo permetterebbe un controllo a distanza adeguato e un contenimento dei costi, riducendo il numero delle visite senza un peggioramento nella qualità dell’assistenza: alcune ricerche scientifiche hanno dimostrato per esempio che a seguito di un intervento di chirurgia odontoiatrica come ad esempio l’estrazione di un dente, i controlli fatti da remoto, via telefono, possono ridurre il rischio di complicanze allo stesso modo di un incontro in presenza. Questo sistema è però applicabile solo per quei pazienti che hanno già ricevuto una diagnosi clinica attraverso una visita in persona e che sono inseriti in un sistema di richiamo e prevenzione”, concludono gli esperti.