Coronavirus: l’inquinamento in Lombardia e l’impatto del lockdown, salvati anni di vita

Il lockdown ha influito sulle concentrazioni dei principali inquinanti dell’aria in Lombardia, riducendo le concentrazioni di ossidi di azoto, ma non il particolato fine
MeteoWeb

Il lockdown seguito all‘esplosione di COVID-19 in Italia, che ha quasi congelato gli spostamenti delle persone e l’intera economia, ha fornito un esperimento naturale unico per valutare le relazioni esistenti tra l’inquinamento atmosferico locale e le diverse fonti di emissioni inquinanti.

Uno studio dell’istituto RFFCMCC, European Institute on Economics and the Environment (EIEE) ha rilevato come il lockdown abbia influito sulle concentrazioni dei principali inquinanti dell’aria in Lombardia, riducendo le concentrazioni di ossidi di azoto (NOx), ma non il particolato fine (PM 2.5). Il blocco ha infatti indotto una forte riduzione del traffico stradale, ma solo piccoli cambiamenti nelle emissioni dovute al riscaldamento degli edifici.

Nel webinar in programma domani, “The impacts of the COVID-19 lockdown on air pollution in Lombardy”, gli autori illustreranno i risultati dello studio, che include la stima degli anni di vita salvati grazie al miglioramento della qualità dell’aria.

Lo studio sarà presentato da Francesco Granella, ricercatore presso RFF-CMCC, European Institute on Economics and the Environment (EIEE) e commentato da Guido Lanzani di Arpa Lombardia.
Il webinar si concluderà con una sessione Domande e Risposte aperta al pubblico e ai media, moderata dalla ricercatrice Lara Aleluia Reis (EIEE).

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