“Io non sono pessimista, sono realista. Questo virus va studiato giorno per giorno, senza pregiudizi. E ad oggi non vi sono evidenze scientifiche che sia mutato e che sia più debole“: lo ha affermato Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto nazionale malattie infettive Spallanzani di Roma, membro del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza coronavirus, in un’intervista a “il Messaggero”.
“Quando avremo le informazioni che il virus è sparito, che il virus è diventato buono, lo leggeremo sui giornali scientifici. Per ora non abbiamo prove“, avverte l’esperto. Il fatto che ci siano meno casi gravi è “una cosa differente“. “Semplicemente il virus circola di meno. E se il virus circola di meno, ci sono meno persone che se lo prendono e così ci sono meno casi gravi. Attualmente non c’è nulla che faccia pensare che il virus sia cambiato“.
“Io sono molto contento che i casi diminuiscano“: “Diminuiscono perché abbiamo messo in campo misure draconiane di contenimento. Ma non risultano dati scientifici da quasi 35 mila sequenze al mondo che ci facciano pensare che il virus sia cambiato“.
“Sono felice perché non ci sono più tante persone in rianimazione, ma se non avessimo fatto tutto ciò che abbiamo fatto come sarebbe andata a finire? La polemica è inutile e sterile. E dobbiamo essere fieri di ciò che si è fatto. Purtroppo in Lombardia c’è stata una situazione molto grave, difficilmente affrontabile“. “Questa malattia si valuta giorno per giorno, i dati del monitoraggio una volta alla settimana“.
“C’è chi dice che la ‘seconda ondata’ arriva a settembre, ottobre… Io invece dico: è troppo presto per le previsioni. Questa esperienza ci consentirà di rimettere in ordine sia l’assistenza territoriale, sia l’assistenza ospedaliera. Pensiamo a migliorare il servizio sanitario pubblico. Il pubblico è l’unica garanzia per i cittadini, l’ancora di salvezza anche per il futuro. Non il privato“.