“Gli aumenti di questi giorni credo non siano significativi, è probabile che siano contagi riferiti a settimane fa. Quindi bisogna andare nel dettaglio per capire chi sono queste nuove persone che vengono segnalate“: lo ha affermato l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, ospite di Agorà su Rai3, che sull’andamento della curva di contagi da coronavirus e sui rischi di una seconda ondata ha aggiunto: “Un’ondata durante l’estate è molto molto improbabile. Adesso osserviamo che oggettivamente le aperture di maggio e di fine giugno non hanno avuto un impatto sulla diffusione del virus. Ormai siamo sicuramente in una fase di prima ondata pandemica passata, il che non vuol dire che il virus non esiste“.
“Ai tamponi positivi dobbiamo dare un significato. Noi abbiamo dei tamponi positivi ma non significa che abbiamo persone con un’alta carica virale che possano effettivamente portare a nuove catene di contagio efficaci. Ecco perché va fatta un’analisi dettagliata di chi sono questi nuovi positivi“, ha spiegato l’epidemiologo in riferimento a quanto sostenuto dal direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, Giuseppe Remuzzi. “Resta però il fatto che il virus c’è e le precauzioni devono essere prese,” ha sottolineato Lopalco.
“Gli abbracci? Meglio se solo fra congiunti. Altrimenti, va bene una buona stretta di mano e poi ci passiamo sopra l’alcol“.
“Per quest’estate, speriamo che il virus circoli a bassissima intensità, il che ci permetterà qualche libertà in più“.
A proposito dei tifosi in strada a Napoli, “l’evenienza che non ci fosse un portatore di virus è molto probabile perché, come ha fatto notare il sindaco, in questo momento a Napoli la circolazione del virus è molto bassa“. “Però parliamo di probabilità. E’ vero che la probabilità è bassa ma è vero anche che ci sono delle regole da rispettare. Il tema c’è“.
“Io spero, da uomo di sanità pubblica, che non sia successo niente ma se lì in mezzo ci fosse stato un portatore, uno positivo, adesso i colleghi dell’igiene pubblica di Napoli si troverebbero in una condizione terrificante, di dover fare il contact tracing a migliaia di persone. Se uno di quelli risultasse positivo, avete idea di quanti tamponi bisognerebbe fare? Sarebbe un incubo“.
Lo studio dell’ISS sulle acque di scarico di Milano e Torino “costituisce la prova che già a metà dello scorso dicembre il virus circolava tra la popolazione, nascondendosi e confondendosi con l’influenza. E’ una informazione importantissima che ci fornisce un pezzo di conoscenza per le regioni del sud, perché abbiamo capito che, per due o tre mesi di preparazione, il virus circola in maniera subdola per poi manifestarsi con un’ondata pandemica”
“L’indicazione per il sud è quella di fare attenzione proprio adesso per evitare che il virus circoli in modo subdolo. Il lavoro di analisi delle acque reflue lo stiamo facendo da un mese in Puglia e, al momento, non abbiamo gli stessi esiti. Nelle acque reflue solitamente si ricercano virus e batteri per scopi epidemiologici in un certo territorio, c’è voluto tempo per mettere a punto una tecnologia che andasse a rilevare questo virus. E’ stato fatto un lavoro retrospettivo su quei campioni conservati a tale scopo“.