Coronavirus e nuovi focolai a Roma, il direttore dello Spallanzani non ha dubbi: “Sono risultato di errori, ma ora bisogna riaprire tutto”

Coronavirus, Vaia (Spallanzani): "Dobbiamo riaprire tutto, riappropriarci della nostra vita. Bisogna andare avanti senza paura"
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Secondo Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani, inuovi focolai di Coronavirus non sono una conseguenza dell’allentamento delle restrizioni, ma di “errori. Le riaperture sono il giusto epilogo dopo il lockdown e il calo di contagi che ha comportato“, ha spiegato l’esperto in un’intervista al “Corriere della Sera“, lanciando un messaggio di ottimismo, ma anche di prudenza: “Riapriamo tutto, ma bisogna mantenere la guardia alta“.

In riferimento ai focolai dell’Irccs San Raffaele Pisana e del palazzo occupato alla Garbatella, l’esperto ha precisato: “Come sia stato possibile non lo so. Si potrà capire con certezza solo dopo la conclusione dell’indagine epidemiologia. Quello che so è che, a differenza del Nord Italia dove le strutture sanitarie hanno fatto da incubatori del virus, a Roma non era ancora successo. Ad esempio allo Spallanzani, dove i contagi tra operatori sanitari sono a zero, sono state messe in atto disposizioni rigidissime: percorsi separati, stanze singole anche per casi sospetti con tamponi negativi, dispositivi di sicurezza e aree comuni, come bar e mensa, super controllate“. Entravano “solo gli operatori sanitari, per tutti gli altri c’era il divieto assoluto di accesso“.
Evitare che ospedali e strutture sanitarie si trasformino luoghi di contagio è possibile: “Basterebbe applicare rigidamente le regole. Oggi però a valle dell’epidemia occorrere ridisegnare la rete infettivologica nel Lazio, con ospedali e personale mono dedicato e distinto tra Covid e non Covid“.

Dal 1 giugno i numeri sono confortanti. Il Lazio, anche con i due cluster, è in fase calante“.
E’ “arrivato il momento di riaprire tutto. Nel rispetto delle regole che ci siamo dati: mascherine e distanziamento sociale. Senza mai abbassare la guardia e guardando avanti con ottimismo“.
Con “riaprire tutto”, “intendo ogni segmento della società. Anche quelli che alimentano lo spirito: la cultura e la musica, il cinema e il teatro, il tempo libero e lo sport. Anche per permettere alle famiglie di superare le pesanti ripercussioni che ha portato con sé il lockdown“. “Dobbiamo riappropriarci della nostra vita“, “proteggere le fasce deboli. Dare grande attenzione alla scuola, di ogni ordine e grado, da quella dell’infanzia all’università. Bisogna andare avanti senza paura“.

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