Coronavirus, il virologo Giorgio Palù: “Il virus non trova più spazio, si sta spegnendo. Non trova più ospiti da infettare”

Il fatto che il Coronavirus stia diminuendo è dovuto "a una sua naturale evoluzione: quando un virus si spegne ha sempre più difficoltà a incontrare ospiti da infettare"
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Non ci sono evidenze che sia intervenuta una modificazione genetica che abbia disabilitato o reso il virus meno virulento“: l’invito alla cautela arriva da Giorgio Palù, past president delle Società italiana ed europea di virologia, dalle pagine del “Gazzettino”. “Nell’evoluzione naturale di ogni pandemia ci sono una fase di crescita, un picco e una decrescita perché il virus smette di trovare ospiti. Ricordo che l’indice di contagio, o meglio il cosiddetto numero di replicazione, l’R0 dell’inizio e l’Rt di oggi, dipende da tre fattori: quante persone sono infettate, quanto dura la replicazione del virus nell’organismo, il numero di contatti. Quello che sta avvenendo è che, dopo la fine del lockdown, sono naturalmente aumentati i contatti e infatti la curva non è discesa alla stessa velocità con cui è salita, ma a un certo momento il virus non trova più spazio. Il fatto che stia diminuendo è dovuto a una sua naturale evoluzione: quando un virus si spegne ha sempre più difficoltà a incontrare ospiti da infettare“.
In Cina “la curva è stata gaussiana: l’incremento dell’ascesa è specularmente rappresentato dal decremento percentuale nella fase di discesa, una perfetta curva a campana, geometricamente ineccepibile. Perché questo? Perché là avevano limitato in maniera massimale l’indice replicativo del virus: il lockdown era assoluto, addirittura con la pena di morte. Noi naturalmente non abbiamo potuto applicare queste misure draconiane, ma così si spiega che da noi la curva è a campana nella fase ascendente, invece in quella discendente ha una lunga spalla“.
Secondo Palù “è probabile che Covid torni, e lo dico per similitudine, per somiglianza con quanto ho visto verificarsi finora. La memoria che abbiamo della virologia moderna va dal 1800 ad oggi, appena 2 secoli durante i quali abbiamo assistito a quattro pandemie influenzali, respiratorie. E’ possibile che si ripresenti, speriamo mitigato come gli altri virus del raffreddore. E’ probabile che rimanga endogeno“.

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