I satelliti dell’Agenzia Spaziale Europea Copernicus Sentinel 2 hanno fotografato la fuoriuscita di combustibile che si è riversato in un fiume siberiano nei pressi del Circolo Polare Artico.
Il combustibile – almeno 20mila tonnellate – si è riversato nel corso d’acqua a seguito del collasso di una cisterna in un impianto di stoccaggio e ora si è spostato per circa 12 km lungo il corso del fiume Ambarnaya che, a sua volta, sfocia nel lago Pyasino, un grande specchio d’acqua e sorgente del fiume Pysaina.
Il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato di introdurre lo stato di emergenza.
L’incidente è avvenuto il 29 maggio ma il governatore della regione di Krasnoyarsk ha detto di esserne venuto a conoscenza solo due giorni dopo (dai social media).
E’ collassata una cisterna di carburante che rifornisce la centrale elettrica vicino a Norilsk, all’interno del Circolo polare artico ed ora risulta contaminata un’area di 350 km quadrati, secondo i media locali.
Si tratta del secondo più grave incidente del genere nella storia della Russia moderna, in termini di volume di sostanze tossiche fuoriuscite, ha spiegato un esperto del Wwf, Aleksei Knizhnikov.
Il triste primato è detenuto dalla fuoriuscita di greggio verificatasi per diversi mesi nel 1994, nella regione di Komi.
Oggi la Russia ha comunicato che è riuscita a contenere la massiccia fuoriuscita: sarebbero state raccolte oltre 200 tonnellate di derivati del petrolio e lubrificanti.