Marcello Bartolozzi, architetto di 66 anni e appassionato di bicicletta, era a pochi metri di distanza da Alex Zanardi quando ha avuto il terribile incidente che lo ha portato in terapia intensiva con un grave quadro neurologico dopo essersi scontrato con un tir. È la persona più vicina alla scena dell’incidente. Scena che vorrebbe dimenticare: il camion in arrivo sull’altra corsia, Alex che perde il controllo della handbike, sbatte la testa sul mezzo pesante e il suo corpo che rotola privo di sensi. “È successo nel tempo di un lampo, forse Alex si è spaventato. Era una nuvola di frammenti. In aria volavano pezzi di non so che cosa, forse era il casco di Alex, forse parti della sua handbike, forse anche…”. Qui il racconto si ferma, probabilmente perché descriverebbe qualcosa di orribile.
Bartolozzi vive a Sinalunga, dove la staffetta Obiettivo Tricolore ha fatto tappa venerdì scorso, prima di proseguire verso Pienza. Il 22 giugno è stato sentito come testimone dagli inquirenti di Siena. “Andavamo a quaranta chilometri all’ora. Su una strada in leggera discesa è una velocità normalissima. Prima di quella dannata curva a destra, Alex si trovava vicino alla linea di mezzeria della strada. Vedendo il camion arrivare forse si è impaurito. L’ho visto sterzare a destra per cercare di allontanarsi dalla mezzeria e riportarsi al centro della nostra corsia. La ruota sinistra della sua handbike si è sollevata da terra. A quel punto, per recuperare l’assetto ed evitare di ribaltarsi, ha dato una controsterzata a sinistra. È una mossa da pilota, quale lui è. Da lì in avanti, però, non è più riuscito a controllare il mezzo ed è caduto, urtando sulla fiancata del tir”, racconta Bartolozzi.
Sulle possibile cause dell’incidente, ha ipotizzato: “Lo spavento può essere una spiegazione. Ma è anche vero che è un fuoriclasse, famoso proprio per come riesce a controllare le traiettorie in curva. Se non è stato lo spavento, allora la handbike ha avuto un cedimento strutturale. Non vedo altre cause plausibili. Quando ha sbattuto contro il camion è stato sbalzato sul lato opposto della strada: ho rischiato di investirlo con la bicicletta, ma ce l’ho fatta ad evitarlo. Chi ci precedeva ha sentito il frastuono ed è tornato indietro”.
Sull’assenza di una scorta o sul motivo per cui non sono state chiuse le strade, Bartolozzi dice: “Non era una gara, era un’escursione. Come ha fatto Jovanotti o come ho fatto anch’io quando sono stato all’estero. Ho girato tutto il mondo in bicicletta. Per le gare amatoriali e alcune anche professionistiche, non è neanche prevista la chiusura del traffico. La chiusura del traffico che io sappia si fa solo sulla maratona delle Dolomiti”.
La Procura della Repubblica di Siena sta completando la fase relativa all’acquisizione di tutto il materiale per stabilire cause e dinamica dell’incidente, come l’orario e altri dati relativi all’andatura del gruppo. Questi ultimi, secondo quanto si apprende, potrebbero essere prelevati dal file registrato dal Gps di Bartolozzi. Il file e’ stato estratto dalla sua bici e il contenuto potrebbe dare riscontro sull’andatura della handbike. Il ciclo computer di Bartolozzi sara’ esaminato da un perito informatico, mentre gli aspetti tecnici meccanici dell’incidente, saranno valutati da un ingegnere, entrambi nominati dalla Procura di Siena, per capire se a causare la sbandata in curva di Zanardi siano stati un possibile cedimento della ruota, l’eventuale rottura di un freno, oppure le condizioni del fondo stradale dissestate, il tutto avvalorato con la conferma della corretta omologazione della handbike di Zanardi e se la stessa sia compatibile con il codice della strada.