Precursore di Amazon, in quanto simbolo della vendita per corrispondenza. Non ci si affidava ancora alla tecnologica ma era efficace e regolato da poche regole di mercato. C’era benessere, all’epoca, ma il consumismo moderno non era ancora sviluppato. Il Postalmarket tornerà dopo anni contrassegnati da controversie amministrative e giudiziarie che non ne hanno però scalfito la memoria negli italiani. Entro Natale si potrà di nuovo ordinare sulla ‘mitica’ rivista, in versione digitale e, per gli abbonati, anche cartacea. Non sarà più il pesante catalogo di centinaia di pagine a colori, ma una versione più snella.
E’ stato Stefano Bortolussi, imprenditore friulano e decidere di riportarlo in vita. Lo aveva deciso già nel 2004, quando il marchio fu rilevato da Riccardo di Tommaso. Si trattava gia’ di una azienda in fase di declino, a differenza del colosso che Anna Bonomi Bolchini aveva costruito a partire dal 1959 ispirata dal modello statunitense di vendita per catalogo. Bortolussi ha poi rilevato il marchio e i numerosi domini (.it e .com) e infine si è messo alla ricerca di un partner tecnologico, che ha finalmente trovato in Francesco D’Avella, titolare della piattaforma di e-commerce Store Eden, ai vertici in Italia nel suo settore. Insieme hanno costituito la Postalmarket Srl e contano in breve tempo di trovare un investitore di start-up.
“Abbiamo un sogno ambizioso – spiega Bortolussi – proviamo a realizzarlo: vogliamo diventare l’Amazon italiano. C’e’ molto lavoro da fare. Il nostro modello di business e’ differente” dal precedente ma contiamo anche in un remake del catalogo. Sono milioni le persone che si ricordano di Postalmarket e dunque che sono nostri potenziali clienti“, precisa.