Un radiotelescopio dentro un cratere sulla Luna: la NASA finanzia un progetto rivoluzionario

Ecco perché la NASA vuole costruire un radiotelescopio sulla Luna, in un cratere
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Per i radioastronomi, la Terra è molto rumorosa: molti segnali radio che caratterizzano i dispositivi elettronici moderni interferiscono con le rilevazioni dei radio osservatori. Inoltre, da decenni, questo “inquinamento” ha spinto gli osservatori in luoghi sempre più isolati, noti come “radio quiet zones”, dove le trasmissioni radio sono strettamente proibite per facilitare la ricerca scientifica. Gli astronomi sono dunque costretti ad allontanarsi dai luoghi abitati, per spingersi in aree poco ospitali, come il Deserto di Atacama, in Cile.

Non sono solo i dispositivi creati dall’uomo a interferire con i segnali radio: possono farlo anche i fenomeni naturali che si originano dalla Terra e dal Sole. Come se non bastasse, anche la ionosfera della Terra impedisce a particolari onde radio di raggiungere la superficie del nostro pianeta.

Gli scienziati hanno trovato una possibile soluzione al problema: il lato nascosto della Luna. Dato che non è mai rivolto in direzione della Terra, un radiotelescopio posizionato in quest’area sarebbe quasi del tutto al riparo dal rumore generato dal nostro pianeta. Gli astronomi potrebbero studiare fenomeni “invisibili” dalla Terra o persino per i telescopi orbitanti.
Un telescopio sulla Luna potrebbe mostrarci cosa è accaduto prima della formazione delle prime stelle e galassie, o consentire di osservare campi elettromagnetici intorno esopianeti distanti, rivelando proprietà impercettibili ma fondamentali sulla possibilità di vita su un mondo alieno.

In riferimento a questa possibilità, la NASA ha finanziato uno studio che propone di realizzare un radiotelescopio, simile a quello di Arecibo, ma dentro un cratere lunare: si tratta di un progetto a guida dello scienziato Saptarshi Bandyopadhyay, del Jet Propulsion Laboratory. Dopo avere trascorso 3 anni a elaborare vari tipi di design, ha di recente ricevuto finanziamenti dal NASA Institute for Advanced Concepts per continuare a sviluppare il progetto.

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Credits: Saptarshi Bandyopadhyay

Si ipotizza dunque la costruzione di un radiotelescopio con un diametro di circa un km all’interno di un cratere posto sul lato della Luna invisibile da Terra: LCRT (Lunar Crater Radio Telescope) potrebbe diventare il più grande dell’intero Sistema Solare.
LCRT potrebbe permetterci di ottenere scoperte scientifiche enormi nel campo della cosmologia in quanto quel radiotelescopio potrebbe osservare l’Universo nella banda di lunghezze d’onda tra 10 e 50 metri (frequenza 6-30 MHz) che finora non è mai stata esplorata dall’uomo. Sono frequenze che potrebbero raccontare molte cose sconosciute sui primi “giorni” della storia dell’Universo,” ha spiegato Saptarshi Bandyopadhyay.

A costruire LCRT potrebbero essere alcuni rover DuAxel (dei prototipi di rover del JPL) che, tra le altre cose, dovranno stendere una rete metallica circolare, del diametro di circa un km, all’interno di un cratere grande circa 5 km: il sistema sarebbe completato da un ricevitore sospeso al centro del cratere. LCRT potrebbe funzionare senza la necessità di avere operatori sul posto.

Al momento il cratere non è ancora stato scelto. “Prima è necessario definire la fattibilità dal punto di vista economico,” ha precisato Saptarshi Bandyopadhyay.
La NASA ha messo a disposizione 125mila dollari e 9 mesi di tempo per fare avanzare il progetto ad uno stadio successivo. “Lavoreremo senza sosta, perché costruire questo radiotelescopio potrebbe portare a scoperte davvero rivoluzionarie per tutta la radioastronomia,” ha dichiarato Saptarshi Bandyopadhyay.

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