Si studia la rilevazione di onde gravitazionali più distanti: “Ogni 200 secondi potrebbero fondersi due buchi neri e ogni 15, due stelle di neutroni”

"Più è distante l'origine delle onde gravitazionali, più stiamo guardando indietro nel tempo al momento in cui si formarono, dato che si trovano a moltissimi anni luce da noi"
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Secondo gli esperti dell’ARC Center of Excellence in Gravitational Wave Discovery, presso la Monash University in Australia attualmente riusciamo a rilevare solo una minima quantita’ di onde gravitazionali. In un articolo, pubblicato sulla rivista Royal Astronomical Society, sostengono che nel nostro universo ogni 200 secondi due buchi neri potrebbero fondersi e ogni 15 secondi la stessa cosa potrebbe accadere a due stelle di neutroni, ed entrambi gli eventi darebbero origine al fenomeno delle onde gravitazionali, ipotizzando che siano oltre due milioni i casi di avvenimenti astronomici attualmente non identificati dal sistema di osservazione LIGO-VIRGO.

Abbiamo sviluppato un metodo per rilevare la presenza di questi eventi finora inosservati, ma senza la necessita’ di individuarli singolarmente, il che ci consentirebbe di guardare oltre 8 miliardi di anni luce oltre ai nostri limiti attuali“, afferma Rory Smith, della Monash University. “Le fusioni binarie di buchi neri rilasciano enormi quantita’ di energia sotto forma di onde gravitazionali che ora vengono regolarmente rilevate dalla rete di rivelatori LIGO-VIRGO, sebbene sappiamo che la rilevazione copre solo una piccola parte di questi fenomeni, e le onde gravitazionali trasportano informazioni sullo Spazio-tempo e sulla materia nucleare negli ambienti piu’ estremi dell’Universo“, aggiunge Eric Thrane, collega e coautore di Smith, precisando che le osservazioni individuali delle onde gravitazionali possono aiutare a comprendere l’evoluzione delle stelle, dei cluster e delle galassie. “Integrando le nozioni provenienti da una serie di eventi di fusione, possiamo iniziare a capire meglio gli ambienti in cui nascono e si sviluppano le stelle, e soprattutto, sulla loro evoluzione in buchi neri”, spiegano i ricercatori. “Piu’ e’ distante l’origine delle onde gravitazionali, piu’ stiamo guardando indietro nel tempo al momento in cui si formarono, dato che si trovano a moltissimi anni luce da noi. La nostra analisi e’ in fase di test, ma potrebbe essere operativa entro pochi anni“, conclude Smith.

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