Luca, “il caro medico”, era con l’apostolo Paolo quando quest’ultimo arrivò in Italia per la prima volta. Ecco il racconto scritto proprio da Luca: “Dopo tre mesi salpammo su una nave di Alessandria che aveva svernato nell’isola, recante l’insegna dei Dioscuri. Approdammo a Siracusa dove rimanemmo tre giorni, e di qui costeggiando giungemmo a Reggio (Calabria). Il giorno seguente si levò lo scirocco e così l’indomani arrivammo a Pozzuoli. Qui trovammo alcuni fratelli i quali ci invitarono a rimanere con loro una settimana. Partimmo quindi alla volta di Roma , i fratelli di la avendo avuto notizie di noi, ci vennero incontro fino al Foro di Appio e alle Tre Taverne. Paolo al vederli, rese grazie a Dio e prese coraggio. Arrivati a Roma fu concesso a Paolo di abitare per suo conto con un soldato di guardia. Paolo trascorse due anni interi nella casa che aveva preso a pigione, e accoglieva tutti quelli che venivano da lui, annunziando il regno di Dio è insegnando le cose riguardanti il Signore Gesù con tutta franchezza e senza impedimento“. Atti degli Apostoli 28,11-16 e 30-31.

Paolo, dunque, arriva a Roma dopo un lunghissimo viaggio dalla Palestina e dopo aver trascorso l’inverno a Malta. Forse dopo due anni a Roma si recò in Spagna. La storia di Paolo in Italia, dunque, ebbe inizio da Reggio Calabria, nella cui cattedrale si trova una colonna bruciata sulla sommità da un pezzo di legno tolto da una fornace. Quando San Paolo arrivò nella città dello Stretto, infatti, trovò la città nel pieno dei festeggiamenti per la dea Diana, alla quale era stato dedicato un tempio che si affacciava sul mare, il santuario di Artemide Fascelide sul promontorio di Calamizzi. I riti in suo onore prevedevano danze e sacrifici. E proprio al popolo che si era radunato per questi festeggiamenti, Paolo predicò per la prima volta in Italia, il Vangelo di Cristo. Gli fu concesso di parlare, ma il suo era limitato tempo da una candela posta sopra una colonna rotta del tempio. Fu in quel momento che si compì una sorta di miracolo: finita la cera la colonna iniziò a risplendere di luce propria, come se fosse un fuoco vivo. La lunga portò alla conversione di molti reggini.