Era proprio la mattina del 26 luglio del 1956, quando il transatlantico italiano Andrea Doria si inabissava nell’Oceano Atlantico, 11 ore dopo essere stato speronato dal mercantile svedese Stockholm. L’incidente causò la morte di 52 persone, su 1706 passeggeri. Tutte salve le altre persone a bordo di quella che veniva considerata la “nave più bella del mondo”, che era motivo orgoglio per l’Italia che rinasceva dopo i drammi della dittatura e della guerra. Il naufragio dell’Andrea Doria ebbe enorme risalto mediatico sui giornali del tempo.
La nave Andrea Doria aveva preso il nome da un ammiraglio ligure vissuto nel XVI secolo e rappresentava un vanto per l’Italia che stava cercando di ricostruire la sua reputazione dopo la seconda guerra mondiale. Considerata la nave più lussuosa al mondo ed anche la più sicura, era stata progettata per essere la degna erede dei grandi transatlantici degli anni trenta. Alle 10.09 di quel terribile 26 luglio, al largo della costa nordamericana di Nantucket, dopo undici ore di agonia il famoso transatlantico si inabissò, raggiungendo i 75 metri di profondità. Causa dell’affondamento fu l’impatto con una nave di nazionalità svedese, la MN Stockholm. Al momento della collisione morirono 46 passeggeri presenti sull’Andrea Doria e 5 uomini della Stockholm. Il dramma fu seguito con apprensione in tutto il mondo grazie proprio a quella copertura mediatica senza precedenti. Fu uno dei momenti, nella storia contemporanea, che segnarono la fine degli spostamenti su nave, a favore di quelli aerei.