Coronavirus, Sileri: “Basta terrorismo e paragoni con la Spagnola, il virus è sotto controllo e la situazione è migliore di quanto potessimo prevedere”

Pierpaolo Sileri, Viceministro alla Salute e medico, dice "basta con il terrorismo sul coronavirus". La situazione "è sotto controllo", "quello che è accaduto difficilmente si ripeterà"
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A forza di pensare che a ottobre sarà per forza una tragedia, quella tragedia ce la costruiamo da soli“: in un’intervista a “Il Tempo”, Pierpaolo Sileri, Viceministro alla Salute e medico, dice “basta con il terrorismo sul coronavirus“.
Premesso che Sars-CoV-2 “è ancora tra noi“, la situazione “è sotto controllo” e “quello che è accaduto difficilmente si ripeterà“.
Anche di fronte all’avvertimento del direttore dell’OMS, secondo cui “il peggio deve ancora venire“, Sileri precisa: “Questa è una frase che, detta così, non ha significato. Non si può e non si deve parlare in generale. Magari il peggio deve ancora venire in Paesi dove le disuguaglianze sono talmente forti da far sì che milioni di cittadini non abbiano accesso alle cure“, o “dove non è stato osservato un lockdown adeguato“. “Francamente non credo che per Paesi come l’Italia, la Germania, la Francia e l’Inghilterra quest’espressione possa avere un fondamento“.
Sileri non concorda neppure sull’ipotesi di un andamento simile a quello dell’influenza spagnola, con ondate successive e più drammatiche della prima: “Mi pare faticoso paragonare le due situazioni e soprattutto che il contesto di 100 anni fa possa darci la fotografia di quello che potrebbe succedere. Le cure erano diverse, la difesa dal virus era diversa, la società era diversa. Peraltro c’era una guerra mondiale, dato non da poco. Molti soldati al fronte si ammalarono di spagnola, venivano caricati su treni e riportati nelle retrovie per curarli. Ecco, pare che questo transito ferroviario abbia agevolato la diffusione del virus. Il paragone è un errore di comunicazione perché vuol dire guardare indietro“.
Abbiamo imparato a proteggerci e dobbiamo continuare a farlo“. “Se io dovessi tornare con la testa a un paio di mesi fa penso che oggi siamo in una situazione ben migliore di quanto potessimo prevedere. Questo è dovuto al lockdown prima (uno studio dice che in Italia ha contribuito a salvare 600mila vite), ma ora alle mascherine, al distanziamento, all’igiene delle mani. Il virus esiste, ma abbiamo imparato a difenderci. Non possiamo dire che siccome il virus è ancora in circolo restiamo fermi, immobili e chiusi“.
Riguardo ai focolai in Italia, “dobbiamo spiegare bene cosa significa: persone positive scovate grazie a un’opera di screening con i tamponi“.
L’ondata che abbiamo vissuto da marzo in poi, che io stesso ho definito uno tsunami, difficilmente potrà ripetersi. Avrebbe come precondizione il gettare via le mascherine, abbandonare il lavaggio delle mani, non osservare più il distanziamento sociale. Insomma, vorrebbe dire non aver imparato niente e mi pare molto difficile. Al limite potranno accendersi dei focolai. Potrebbe anche verificarsi un rialzo, perché no, ma a quel punto dobbiamo capire quanti sono i positivi e quanti i positivi con malattia. Tornare a mille morti al giorno mi pare improbabile, per fortuna“.
Basta terrore – sottolinea Sileri – impariamo a convivere con il virus sperando che il vaccino arrivi in fretta“.
Il presente – conclude il viceministro – ci dice che la guerra non è vinta, ma che le cose stanno andando meglio del previsto“.

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