Coronavirus: il virologo Giorgio Palù spiega perché in alcuni luoghi “le alte temperature non agiscono da deterrente”

Il virologo Giorgio Palù: in Italia "ci sono meno soggetti infettati e la fase climatica nel nostro emisfero boreale non favorisce il virus"
MeteoWeb

In Italia “ci sono meno soggetti infettati e la fase climatica nel nostro emisfero boreale non favorisce il virus. L’inclinazione dei raggi ultravioletti nel periodo giugno-settembre, in particolare gli Uva, produce un effetto virucida. Le stesse condizioni, il caldo secco, non sono presenti nell’emisfero al di sotto dell’equatore, dove c’è alta umidità. Ecco perché in quei luoghi le alte temperature non agiscono da deterrente“: lo ha affermato Giorgio Palù, presidente della Società dei virologi europei, in un’intervista al “Corriere della Sera“.
Nessuna delle 8 mila mutazioni individuate nel genoma è correlata a una minore virulenza quindi non abbiamo la prova che sia meno o più capace di infettare rispetto a prima. Possiamo però affermare che in una fase in cui in Europa l’epidemia si sta spegnendo molto lentamente si è notato, e lo dimostrano una decina di pubblicazioni, che circolando meno la dose infettante è più bassa. Quindi i positivi hanno una ridotta capacità di trasmettere l’infezione. È tipico di tutti i virus“.
In Italia l’emergenza “si potrà considerarla finita solo quando l’incidenza dei casi si sarà azzerata, il che non vorrà dire che il virus non circolerà più. Continuerà a sopravvivere nei portatori sani, in Italia e in altri Paesi, e come tutti i virus respiratori tenderà a tornare quando le condizioni riprenderanno a essere favorevoli“.
Riguardo l’ipotesi di una seconda ondata, Palù afferma: “Conosciamo poco questo nuovo virus e con umiltà rispondo come Socrate: non lo so. Bisogna però presumere, in analogia con altri virus respiratori pandemici, e mi riferisco al virus della pandemia influenzale del 2009, che è molto improbabile si estingua come è successo per il coronavirus Sars 1 nel 2002 e per quello responsabile della Mers nel 2012. Dopo aver infettato 10 milioni e mezzo di persone, non illudiamoci che sparisca visto che ha mostrato di trovarsi a suo agio nelle cellule umane. Se poi tornerà il prossimo autunno, o quello dopo, chissà“.
Bisogna continuare a insistere sull’importanza dei comportamenti individuali. Soprattutto bisogna evitare gli assembramenti, specie quelli serali quando non c’è più irradiazione dei raggi ultravioletti né il calore delle ore diurne. La mascherina devono indossarla tutti se si è in gruppo, non basta che su 20 persone la portino in 10. Il virus è meno infettante ma va tenuto alla larga,” ha concluso il virologo.

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