La Corrente del Golfo è uno dei grandi fattori coinvolti nel clima e nella produttività biologica dalla Florida a Terranova e lungo la costa occidentale dell’Europa. Mentre percorre la sua rotta fino alla costa orientale di Stati Uniti e Canada, porta la calda acqua salata dai Tropici fino al Nord Atlantico. Ma la corrente crea anche un invisibile muro di acqua che divide due distinte regioni oceaniche: le acque più fresche e più dolci lungo il fronte settentrionale della Corrente del Golfo che vorticano in senso antiorario e le acque più calde e più salate lungo il fronte meridionale della corrente che circolano in senso orario. Quanto rimescolamento dell’oceano si verifichi nella Corrente del Golfo è ancora questione di dibattito scientifico. Di conseguenza, i modelli oceanici che prevedono clima, meteo e produttività biologica non tengono conto a pieno del contributo del rimescolamento tra i due diversi tipi di acqua.
Ora un gruppo di ricerca guidato dall’Università del Maryland ha voluto dare una risposta a questo fenomeno. Sfidando l’inverno burrascoso, gli studiosi si sono imbarcati su due navi oceanografiche per rilasciare un colorante fluorescente lungo il fronte settentrionale della Corrente del Golfo, insieme a un galleggiante dotato di segnale acustico. Lo scopo era tracciare il movimento delle acque tramite il colorante. Nei giorni successivi hanno seguito il suo percorso raccogliendo campioni per monitorare la concentrazione del colorante e le caratteristiche dell’acqua, come temperatura e salinità. Una volta tornati a riva, hanno sviluppato delle simulazioni ad alta risoluzione per riprodurre il processo fisico di dispersione del colorante in mare, usando i dati emersi dalle analisi di laboratorio dei campioni d’acqua.
I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas), hanno mostrato che la Corrente del Golfo agisce come un frullatore nell’Oceano Atlantico, provocando turbolenze su piccola scala che risultano invisibili ai satelliti, ma che possono avere importanti conseguenze per il clima, il meteo e la pesca lungo le coste americane ed europee. Questa è la prima prova diretta di questo fenomeno. I risultati così ottenuti dimostrano che turbolenze che si sviluppano su aree ristrette (anche di un solo chilometro) esercitano un’importante influenza sul cammino del colorante, determinando un significativo rimescolamento delle acque.
Questo fenomeno potrebbe avere conseguenze ancora tutte da esplorare sulla biologia dell’ecosistema marino e perfino sul clima: il rimescolamento potrebbe infatti condizionare la capacità dell’oceano di assorbire anidride carbonica dall’atmosfera riducendo l’effetto serra.