Michael Shellenberger è un ambientalista e attivista del clima, fondatore e presidente di Environmental Progress, organizzazione di ricerca e politiche che combatte per l’energia pulita e la giustizia energetica. Nel 2008, è stato anche nominato “Eroe dell’Ambiente” dalla rivista Time. Shellenberger ha voluto scusarsi, a nome di tutti gli ambientalisti, per l’allarmismo climatico creato negli ultimi 30 anni e lo ha fatto con un lungo articolo pubblicato su Environmental Progress.
“I cambiamenti climatici stanno avvenendo. Non è la fine del mondo. Non è neanche il nostro problema ambientale più grave”, scrive Shellenberger. “Sono un attivista del clima da 20 anni e un ambientalista da 30, ma come esperto di energia a cui è stato chiesto dal Congresso di fornire una testimonianza esperta obiettiva e invitato dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) per fare da esperto revisore del suo prossimo rapporto di valutazione, sento l’obbligo di scusarmi per come noi ambientalisti abbiamo fuorviato il pubblico”, continua Shellenberger, che elenca “alcuni fatti che pochi sanno”:
“L’uomo non sta causando una sesta estinzione di massa
- L’Amazzonia non è il polmone del mondo
- I cambiamenti climatici non stanno rendendo i disastri naturali peggiori
- Gli incendi si sono ridotti del 25% nel mondo dal 2003
- La quantità di terra che usiamo per la carne, il più grande uso di terra dell’umanità, si è ridotta di un’area grande quasi quanto l’Alaska
- L’accumulo di combustibili legnosi e più case vicino alle foreste, non i cambiamenti climatici, spiegano perché ci sono incendi sempre più pericolosi in Australia e California
- Le emissioni di anidride carbonica sono in calo nella maggior parte delle nazioni ricche e sono diminuite in Regno Unito, Germania e Francia da metà degli anni ‘70
- I Paesi Bassi sono diventati ricchi, non poveri, adattandosi alla vita al di sotto del livello del mare
- Produciamo il 25% di cibo in più di quello di cui abbiamo bisogno e le eccedenze alimentari continueranno ad aumentare mentre il mondo si riscalda
- La perdita di habitat e la diretta uccisione di animali selvaggi sono minacce alle specie più grandi dei cambiamenti climatici
- I combustibili legnosi sono ben peggiori per le persone e gli animali rispetto ai combustibili fossili
- Prevenire le future pandemie richiede più agricoltura industriale, non meno”.
“So che questi fatti suonano come “negazionismo climatico” per molti, ma mostrano solo il potere dell’allarmismo sul clima. In realtà, questi fatti provengono dai migliori studi scientifici disponibili, inclusi quelli condotti o accettati da IPCC, FAO, IUCN e altri principali organismi scientifici”, afferma Shellenberger.
“Fino allo scorso anno, ho principalmente evitato di parlare contro l’allarmismo climatico. In parte perché ero imbarazzato. Dopo tutto, sono colpevole di allarmismo come qualsiasi altro ambientalista. Per anni, mi sono riferito ai cambiamenti climatici come ad una minaccia “esistenziale” per la civiltà umana e l’ho definita “crisi”. Ma soprattutto avevo paura. Sono rimasto in silenzio sulla campagna di disinformazione sul clima perché avevo paura di perdere amici e finanziamenti. Le poche volte che ho trovato il coraggio di difendere la climatologia da coloro che la distorcono, ho subito dure conseguenze. Quindi ho aspettato e non ho fatto quasi nulla mentre i colleghi ambientalisti terrorizzavano il pubblico”, scrive l’ambientalista.
“Lo scorso anno, le cose sono andate fuori controllo. Alexandria Ocasio-Cortez ha dichiarato che “il mondo finirà in 12 anni se non affrontiamo i cambiamenti climatici. Il gruppo ambientalista di più alto profilo in Gran Bretagna ha sostenuto che “i cambiamenti climatici uccidono i bambini”. Bill McKibben, il giornalista ecologista più influente del mondo, ha definito i cambiamenti climatici come “la più grande sfida che l’uomo abbia mai affrontato” e ha detto che “distruggeranno le civiltà”. I giornalisti delle principali testate hanno riportato ripetutamente che l’Amazzonia è “il polmone del mondo” e che la deforestazione è come una bomba nucleare pronta ad esplodere. Di conseguenza, metà delle persone intervistate nel mondo lo scorso anno ha detto che i cambiamenti climatici faranno estinguere l’umanità. E a gennaio, un bambino britannico su 5 ha detto agli intervistatori di avere incubi sui cambiamenti climatici”, denuncia Shellenberger, che ha scritto un libro, Apocalypse Never: Why Environmental Alarmism Hurts Us All (Mai l’Apocalisse: perché l’allarmismo ambientale fa male a tutti) in cui presenta le sue scuse formali per l’allarmismo climatico.
Tra i punti salienti del libro, basato su 20 anni di ricerca e 30 anni di attivismo ambientale, ci sono:
- “
Le industrie e l’agricoltura moderna sono le chiavi per la liberazione umana e il progresso ambientale
- La cosa più importante per salvare l’ambiente è produrre più cibo, soprattutto carne, su meno terra
- La cosa più importante per ridurre l’inquinamento dell’aria e le emissioni di carbonio è passare dal legno al carbone al gas naturale all’uranio
- Il 100% delle energie rinnovabili richiederebbe l’aumento della terra utilizzata per l’energia dall’odierno 0,5% al 50%
- Dovremmo volere che città, allevamenti e centrali elettriche abbiano maggiori densità di potenza, non minori
- Il vegetarianismo riduce le emissioni di una persona di meno del 4%
- La carne bovina ruspante richiederebbe 20 volte più terra e produrrebbe il 300% di emissioni in più
- Il dogmatismo di Greenpeace ha peggiorato la frammentazione delle foreste dell’Amazzonia
- L’approccio colonialista alla conservazione dei gorilla nel Congo ha prodotto un contraccolpo che potrebbe aver determinato l’uccisione di 250 elefanti”.
“Gruppi motivati da convinzioni anti-umaniste hanno costretto la Banca Mondiale a smettere di porre fine alla povertà e a rendere invece la povertà “sostenibile”. E il clima d’ansia, depressione e ostilità alla civiltà moderna sono alla base di gran parte dell’allarmismo. I media fanno annunci apocalittici sui cambiamenti climatici dalla fine degli anni ’80 e non sembrano disposti a fermarsi. L’ideologia alla base dell’allarmismo sull’ambiente, il maltusianismo, è stata ripetutamente sfatata per 200 anni ma è ancora più potente che mai. Ma ci sono anche motivi per credere che l’allarmismo ambientalista, se non finirà, avrà una potenza culturale ridotta. La pandemia di coronavirus è una crisi reale che mette la “crisi” climatica in prospettiva. Anche se credete che abbiamo reagito in modo eccessivo, il Covid-19 ha ucciso 500.000 persone e distrutto le economie del mondo. Le nazioni stanno tornando apertamente al proprio interesse e si stanno allontanando dal maltusianismo e dal neoliberalismo, che è un bene per il nucleare e un male per le rinnovabili. È schiacciante l’evidenza che la nostra civiltà ad alta energia è migliore per le persone e la natura rispetto alla civiltà a bassa energia a cui gli allarmisti del clima vorrebbero farci ritornare”, conclude Shellenberger.