Ivan Safronov, consigliere del direttore dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, è stato arrestato con l’accusa di tradimento.
L’ex giornalista è stato arrestato a Mosca da agenti del Servizio segreto: l’accusa riguarda la trasmissione di dati sensibili a un’agenzia di spionaggio di un membro Nato non specificato. Le informazioni riguardavano “cooperazione tecnico-militare, difesa e sicurezza della Federazione Russa“. Safronov rischia fino a 20 anni di carcere.
Roscosmos sostiene che l’arresto di Safronov non abbia nulla a che fare con il suo lavoro nell’agenzia spaziale, mentre il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha dichiarato che l’arresto non è legato alla sua precedente attività giornalistica.
Una protesta è in corso davanti alla sede dei servizi segreti russi e almeno tre persone sono state fermate.
Safronov ha lavorato come corrispondente per il quotidiano di punta Kommersant per quasi un decennio fino al 2019, e successivamente per un anno per un altro quotidiano, il Vedomosti, e si è occupato di questioni militari, commercio di armi e affari governativi.
Anche il padre dell’ex giornalista aveva lavorato per il Kommersant dopo una carriera nelle forze armate e si era occupato di questioni militari. Nel 2007 è morto dopo essere caduto da una finestra del suo appartamento in un palazzo a Mosca: gli investigatori hanno parlato di suicidio, ma alcuni media russi hanno messo in dubbio la versione ufficiale.