Speleologi intrappolati a Roccamorice a causa del maltempo: uno dei tre è morto, recuperato da poco il cadavere

E' stato recuperato senza vita il terzo speleologo coinvolto nell'incidente nella Risorgiva di Roccamorice
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L’intervento di salvataggio da parte del soccorso alpino era in corso da ieri pomeriggio. Tre speleologi erano rimasti bloccati in una grotta nella zona della risorgenza di Roccamorice, in provincia di Pescara. Le tre persone si trovavano isolate dall’acqua in un sifone sotterraneo. Sul posto, per il recupero, sono arrivate squadre dall’Abruzzo e dall’Umbria. La cavità  in cui si trovavano, in fase esplorativa, presentava parti strette ed allagate. Il passaggio allagato si era riempito a circa 70 metri dall’ingresso. Secondo le prime informazioni raccolte ieri, nella grotta sarebbero entrati acqua e detriti a causa del maltempo.

In tarda serata era giunta la notizia del recupero di due dei tre speleologi. I due uomini, affidati al 118, erano in buone condizioni di salute, ma le ricerche della terza persona rimasta bloccata nella grotta invasa dall’acqua sono proseguite senza sosta, fino a stamani. I soccorritori hanno lavorato con le idrovore per liberare i sifoni, ovvero i passaggi allagati. A lanciare l’allarme era stata una donna e un uomo che erano rimasti all’esterno della grotta e che aveva perso i contatti con i compagni, provenienti da Chieti e dalla Marche. Sul posto era arrivato anche sindaco di Roccamorice, Alessandro D’Ascanio.

Poco fa la triste notizia: è stato recuperato senza vita il terzo speleologo coinvolto nell’incidente nella Risorgiva di Roccamorice. Il Soccorso Alpino e Speleologico ha estratto da poco la salma dalla grotta, non appena il livello dell’acqua ha permesso il recupero. L’acqua nella cavità è stata drenata dai Vigili del Fuoco, tramite delle idrovore. La vittima è un uomo 42enne di Arielli (Chieti). L’operazione è iniziata attorno alle 16 di sabato 4 luglio: il corpo sarà trasportato lungo uno stretto sentiero fino alla vicina strada e consegnato alle autorità. Secondo le prime informazioni, l’uomo era alle prime armi e aveva poca esperienza. Il 42enne era rimasto bloccato da una piena all’interno della cavità naturale insieme ad altre due persone, un 31enne di Genga (Ancona) e un 36enne di Pianella (Pescara). Le due persone tratte in salvo erano estremamente provate, ma in buone condizioni di salute.

Il gruppo, che aveva allestito un piccolo campo all’esterno della grotta per poi procedere a turno all’esplorazione dei passaggi, era composto da cinque persone. Si tratta di alcuni marchigiani e altri abruzzesi dello Speleo Club di Chieti. L’uomo e la donna che erano all’esterno cavità naturale e che avevano dato l’allarme, si erano subito accorti che c’era stata una piena.

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