Il 9 agosto 1945 gli Stati Uniti sganciarono la bomba atomica (soprannominata “Fat Man”) sulla città giapponese di Nagasak. L’evento pose fine alla Seconda Guerra Mondiale e causò, solo nella città di Nagasaki, la morte immediata di 40 mila persone su 240 mila abitanti. Il numero totale delle vittime è di circa 80.000 persone, incluse quelle esposte alle radiazioni nei mesi successivi.
La citta’ giapponese di Nagasaki commemora oggi, con cerimonie dal profilo basso a causa della pandemia, il 75° anniversario della sua distruzione in seguito alla bomba atomica. Nagasaki precipitò nell’inferno tre giorni dopo Hiroshima, in un attacco gemello che rese il Giappone il primo e unico Paese al mondo a essere colpito da armi atomiche. Questa mattina presto, si e’ tenuta una messa in memoria delle vittime alla cattedrale di Urakami, vicino al luogo del bombardamento, mentre al memoriale costruito nel Parco della Pace si e’ svolta una funzione di commemorazione. Il numero dei partecipanti e’ stato drasticamente ridotto rispetto agli anni precedenti, a causa delle misure di sicurezza per evitare la diffusione del Covid-19.
Per alcuni storici occidentali, gli attacchi erano necessari per porre una fine rapida al conflitto ed evitare un’invasione di terra che sarebbe stata ancora piu’ sanguinosa. Per altri, invece, i bombardamenti non sono stati che un atroce esperimento e potevano essere evitati. Nel 2016, Barack Obama e’ stato il primo presidente americano in carica a visitare Hiroshima e a presentare le scuse per gli attacchi, abbracciando i superstiti della strage.