Con le alte temperature, spossatezza, astenia e mancanza di energia dilagano: “Il caldo è arrivato all’improvviso, e il nostro corpo cerca di adattarsi: con la vasodilatazione cala la pressione, e sudando si perdono acqua e minerali. Così arriva l’astenia. Attenzione però a non confondere questi sintomi con una carenza di zuccheri: a mancare sono i minerali“, avverte Sara Farnetti, specialista in medicina interna e nutrizione, che per l’Adnkronos Salute ha stilato un elenco di alimenti ‘amici‘, utili per difendersi dalla morsa del caldo. Fra questi ciliegie, olive, cetrioli ma anche la tradizionale caprese, “che non è amica della linea, come qualcuno ancora crede, ma si può portare in tavola in questo periodo per fare il pieno di minerali, calcio e acqua“.
“Prima di tutto – avverte l’esperta – dobbiamo dire che questi suggerimenti sono indicati contro l’astenia da caldo in persone che non hanno problemi organici o soffrono di ipertensione. I cibi di stagione ci aiutano a sostenere il tono pressorio, reidratarci e contrastare con successo l’astenia – assicura Farnetti – E’ il caso dei capperi: 3-5 capperi ben lavati nell’insalata aiutano a stabilizzare la pressione, inoltre sono ricchi di antiossidanti, calcio, magnesio, e sodio. Via libera anche ai pomodori, da soli o in insalata con le olive e l’uovo sodo, per fare il pieno di calcio, liquidi e minerali. Anche la caprese va bene in estate: è una ricetta nata proprio dove si sudava tanto, che apporta calcio, sodio e sali minerali. Non si tratta – ribadisce – di un piatto dietetico o alleato della linea, ma che aiuta a ‘ricaricarsi’. Quindi non va bene per chi sta a dieta o è iperteso“.
Per chi è piegato dal caldo, un’altra preziosa risorsa sono “gli asparagi: ottimi rimineralizzanti, ricchi di acido folico. Le punte si possono mangiare crude in insalata, o anche saltate in padella, gli asparagi si possono consumare anche bolliti come contorno (in questo caso più diuretico). E sono un alimento davvero ottimo per gli sportivi in questa stagione“, suggerisce Farnetti. A chi si sente stanco ed è in cerca di uno snack, “il mio consiglio è di evitare il gelato, ricco di zuccheri, e preferire invece 20 grammi di formaggio stagionato”. Inoltre è bene utilizzare nei nostri piatti estivi “basilico, salvia e timo, ricchissimi di minerali e polifenoli“.
Via libera al pinzimonio, per fare il pieno di liquidi e minerali. “Bene anche la frutta di stagione: le ciliegie sono ricchissime di minerali e ferro, ci sono poi cocomero, melone e pesca, ma senza esagerare per via degli zuccheri. Un problema che non c’è con il cetriolo, ottimo ingrediente per centrifughe o estratti di verdura, insieme a sedano e carota“, anche se Farnetti avverte: “Non esageriamo con i liquidi: il nostro corpo ha bisogno di cibo vero, di masticare“. E l’acqua? “Bisogna bere frazionando le quantità e senza picchi, ma con regolarità durante tutta la giornata“, conclude.
I 6 minerali di cui il nostro corpo non può fare a meno: dove trovarli?
I minerali principali per il nostro corpo, quelli determinanti per il suo corretto funzionamento, sono 6: sono necessari per molti processi, dall’equilibrio dei fluidi al mantenimento di ossa e denti, ed in genere ne vengono immagazzinate quantità sufficienti seguendo una dieta sana ed equilibrata. Se ciò non dovesse accadere, piuttosto che ricorrere subito agli integratori, è bene tenere a mente che alcuni precisi alimenti contengono queste sostanze.
Ecco un approfondimento sul tema pubblicato da Humanitas Salute (edito dal gruppo ospedaliero Humanitas, dedicato ai temi della salute, della sanità e del benessere), che ha richiesto il parere della dottoressa Francesca Albani, dietista di Humanitas San Pio X.
Calcio
Conosciuto quasi esclusivamente per prevenire l’osteoporosi, il calcio è il più importante costituente di ossa e denti; il 99% è immagazzinato nello scheletro. Esso però assolve anche altre funzioni, quali la coagulazione del sangue e il buon funzionamento del sistema nervoso e muscolare. Se in genere una dieta sana include una grande quantità di calcio, persone che, per disturbi, allergie o intolleranze, magari ai latticini, potrebbero non assorbire quantità sufficienti di questo minerale hanno la possibilità di ottenerlo da diversi alimenti. Oltre a essere presente in grandi quantità nei prodotti lattiero-caseari, il calcio si trova anche nella frutta secca, nelle verdure a foglia verde, nei cavoli e nei broccoli e nei cereali da colazione. Esistono poi diversi alimenti arricchiti di calcio (es. latti vegetali) e diversi tipi di acque, che lo contengono in una forma decisamente biodisponibile e facilmente assimilabile dal nostro organismo.
Gli integratori di calcio sono fra gli integratori alimentari più diffusi, ma non sono raccomandabili per tutti, perché possono interagire con alcuni farmaci e, assunti a livelli elevati, possono causare problemi come calcoli renali. Per questo è importante parlare con il proprio medico prima di decidere se includerli nella dieta.
Cloro
Serve al nostro organismo per la produzione di succhi gastrici ed è importante, assieme al sodio, per mantenere in equilibrio i fluidi corporei. Il cloro è contenuto principalmente nel sale da cucina (cloruro di sodio) e ne rispecchia la loro concentrazione; ne sono particolarmente ricchi formaggi e salumi, i cibi stagionati, le alghe e i prodotti conservati.
Raramente è necessaria una sua integrazione.
Magnesio
Il magnesio è importante soprattutto per le funzioni biochimiche che controllano le contrazioni muscolari e la conduzione degli impulsi nervosi. E’ necessario inoltre per il controllo della glicemia, della regolazione della pressione sanguigna e per il buon mantenimento delle ossa. Aiuta anche a mantenere l’equilibrio idroelettrolitico e a ridurre la sensazione di spossatezza.
Il magnesio si trova principalmente nelle noci, nelle banane, nei semi, nei cereali integrali, nei legumi e nelle verdure a foglia verde; fonti minori sono rappresentate da pesce, carne e latte. Un’altra fonte di magnesio, che vale la pena ricordare, è rappresentata dall’acqua.
Con un’alimentazione varia ed equilibrata la carenza sembra essere piuttosto rara; potrebbe essere invece legata a particolari condizioni gastrointestinali, quali celiachia, abuso di alcol, ma anche all’utilizzo di alcuni tipi di farmaci quali antibiotici e diuretici oppure in caso di abbondante sudorazione o intensa attività sportiva.
Attenzione però a non abusare con l’integrazione perché un assunzione troppo potrebbe causare nausea e diarrea.
Fosforo
Come il calcio, anche il fosforo è importante per la crescita di ossa e denti, oltre che per svolgere un ruolo importante sulla funzionalità delle membrane cellulari. Insieme alle vitamine del gruppo B aiuta a convertire gli alimenti in energia, di cui l’organismo ha bisogno per far fronte a tutte le attività quotidiane. Una sua carenza è rara ed è legata a situazioni di estrema malnutrizione. Lo si trova principalmente in alimenti ad alto contenuto proteico, quali pesce, carne, frutta secca e semi, legumi e cereali. Generalmente non è necessario assumere integratori di fosforo; al contrario una quantità eccessiva si lega a un rischio di morte più elevato.
Potassio
Il potassio è necessario per il normale funzionamento del sistema nervoso, per la contrazione muscolare e per il controllo della pressione arteriosa. Livelli adeguati di potassio sono importanti per mantenere un ritmo cardiaco normale, tanto una carenza come un eccesso di questo minerale può infatti causare aritmie pericolose o insufficienza respiratoria. Gli alimenti ricchi di potassio sono soprattutto frutta e verdura (specie banane, albicocche e patate), legumi e frutta secca. In presenza di malattie renali, è necessario monitorarne i livelli e seguire una dieta a basso contenuto di questo minerale, controllandone anche le modalità di cottura.
L’eliminazione avviene principalmente tramite sudorazione, feci e urine, pertanto occorre monitorare le condizioni che possono aumentare tali condizioni (es. caldo, diarrea).
Sodio
Già ricordato che il sodio lavora con il cloruro per mantenere l’equilibrio dei fluidi nelle cellule, l’assunzione di questo elemento è importante per regolare la pressione sanguigna e per la trasmissione degli impulsi nervosi. La carenza di sodio è rara e, anzi, il problema è opposto: è il consumo eccessivo di sodio, combinato con il cloruro a dare il sale da cucina, a creare problemi alla pressione sanguigna.
E’ presente soprattutto nel sale da tavola ma anche in molti alimenti, specialmente salumi e formaggi stagionati, prodotti da forno e conservati.
Debolezza e crampi? Come riconoscere la carenza di magnesio e potassio, sfatato il mito delle banane
Soprattutto in estate, quando avvertiamo debolezza, crampi o altri sintomi connessi, tendiamo a ipotizzare si tratti di una possibile carenza di magnesio e potassio (e chissà perché resiste il mito delle “banane“, il primo alimento a cui pensiamo in questi casi): nonostante molti segnali non siano univoci, è importante riconoscere determinati campanelli d’allarme che possono fornire indizi sulla nostra salute e allo stesso tempo ci consentono di correre ai ripari per non incorrere in conseguenze negative per il nostro organismo. Scopriamo allora, grazie ai consigli degli esperti in materia, i segnali più comuni e come rimediare (cosa mangiare ad esempio) in caso di mancanza di questi due minerali fondamentali, sfatando anche qualche luogo comune.
Che cos’è il magnesio?
Il magnesio – spiega in un approfondimento sul tema l’Humanitas Research Hospital, ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario – è un macroelemento, cioè uno dei minerali presenti nell’organismo in quantità più elevate. In genere in un adulto ne sono presenti tra i 20 e i 28 grammi, il 50-60% dei quali è concentrato nelle ossa, il 39% nei tessuti molli e solo l’1% nel sangue.
È considerata normale una concentrazione di magnesio compresa tra 0,75 e 0,95 mmol/L.
Quali sono i benefici del magnesio?
Il magnesio partecipa a molte delle reazioni che avvengono nelle cellule. È il cofattore di più di 300 enzimi che controllano processi molto diversi fra loro, dalla sintesi delle proteine al funzionamento dei muscoli e dei nervi, fino al controllo della glicemia e della pressione sanguigna.
È necessario per la produzione di energia e per i processi di fosforilazione ossidativae di glicolisi, partecipa allo sviluppo strutturale dell’osso ed è richiesto per la sintesi del DNA, dell’RNA e del glutatione, un importante antiossidante. Inoltre partecipa al trasporto del calcio e del potassio attraverso le membrane cellulari, fondamentali per la trasmissione dell’impulso nervoso, la contrazione muscolare e il battito cardiaco.
In quali alimenti è presente il magnesio?
Il magnesio è presente in quasi tutti gli alimenti, ma è particolarmente abbondante nei vegetali a foglia verde (come gli spinaci), nei legumi, nella frutta secca, nei semi e nei cereali integrali, mentre per quanto riguarda la frutta ne sono una buona fonte le banane. In generale, gli alimenti ricchi di fibre sono anche buone fonti di magnesio.
Qual è il fabbisogno giornaliero di magnesio?
La dose giornaliera raccomandata di magnesio è 300 mg (valore di riferimento europeo)
Quali conseguenze può determinare la carenza di magnesio?
La carenza di magnesio non è comune. I soggetti più a rischio sono le persone che assumono farmaci o che soffrono di malattie che possono comprometterne l’assorbimento, come la diarrea cronica associata al morbo di Crohn, la celiachia o il diabete di tipo 2, oppure chi ha affrontato un bypass intestinale.
Nelle situazioni più gravi la carenza può portare a crampi e contrazioni muscolari, intorpidimenti, convulsioni, aritmie, spasmo delle coronarie, cambiamenti di personalità e riduzione dei livelli di calcio e di potassio nel sangue.
È vero che il magnesio può essere utile contro i crampi mestruali?
Sì, quando i crampi mestruali si presentano tutti i mesi il magnesio può aiutare a contrastarli. Disponibile in diverse forme farmaceutiche, ad esempio fiale o bustine, in genere ne è consigliata l’assunzione per almeno una settimana prima dell’inizio del ciclo.
Che cos’è il potassio?
Il potassio – si legge nell’approfondimento sull’argomento dell’Humanitas Research Hospital – è un macroelemento, cioè uno dei minerali presenti nell’organismo in quantità elevate. In effetti si tratta del principale minerale presente nelle cellule e in un individuo adulto ne sono presenti circa 180 grammi.
A che cosa serve il potassio?
All’interno dell’organismo il potassio è coinvolto in diversi fenomeni. Partecipa alla contrazione muscolare, inclusa quella del muscolo cardiaco, contribuisce alla regolazione dell’equilibrio dei fluidi e dei minerali all’interno e all’esterno delle cellule e aiuta a mantenere la pressione nella norma smorzando gli effetti del sodio. Inoltre può ridurre il rischio di calcoli renali ricorrenti e la possibilità di perdita di tessuto osseo verificabile durante l’invecchiamento.
In quali cibi si trova il potassio?
Il potassio è presente in tutti gli alimenti, ma ne sono particolarmente ricchi i vegetali freschi poco trasformati. La lavorazione può infatti modificare il contenuto di potassio dei cibi.
Le fonti principali sono frutta, verdura e legumi, in particolare le verdure a foglia verde, i pomodori, i cetrioli, le zucchine, le melanzane, la zucca, le patate, le carote, i fagioli e la frutta secca. In quantità inferiori è presente anche nei latticini, nella carne rossa, nel pollame e nel pesce.
Qual è il fabbisogno giornaliero di potassio?
Per un adulto si considera adeguato un apporto di 2.000 mg di potassio al giorno.
Quali conseguenze può determinare la carenza di potassio?
La carenza di potassio è considerata un evento altamente improbabile. Le sue conseguenze sono debolezza muscolare, irregolarità del battito cardiaco, cambiamenti dell’umore, nausea e/o vomito.
È vero che aumentare l’assunzione di potassio contribuisce ad abbassare la pressione del sangue?
Bassi livelli di potassio sono stati associati a pressione alta e malattie cardiovascolari. Un aumento della sua assunzione, se associato a una riduzione dell’apporto di sodio, potrebbe ridurre il rischio di eventi avversi ai danni di cuore e arterie. Tuttavia ad oggi non ci sono prove certe dell’utilità dell’assunzione di potassio nel trattamento della pressione alta.
Caldo, come abbassare velocemente la Pressione Alta? Gli errori da evitare e consigli utili, ecco perché il potassio è un potente alleato
L’ondata di caldo che sta colpendo l’Italia ha purtroppo ripercussioni anche sulla salute di persone con determinate patologie, tra cui l’ipertensione: la pressione alta, con le alte temperature estive, può rivelarsi difficile da gestire.
L’ipertensione è molto diffusa, ed è spesso determinata da un’alimentazione errata.
La condizione aggrava lo stato di salute di reni, fegato, arterie, cuore e sistema endocrino: pertanto, è fondamentale cercare di prevenirla anche con una corretta alimentazione e uno stile di vita sano.
Caldo, come abbassare la pressione alta? Tanti consigli utili su rimedi naturali, sintomi, cause e valori
Caldo e ipertensione: “Misurate la pressione più spesso del solito”
Nei giorni in cui il caldo la fa da padrone, sono maggiormente a rischio “bambini, anziani e cardiopatici“, ha spiegato all’AdnKronos Salute Antonio Rebuzzi, professore di Cardiologia presso l’Università Cattolica di Roma e direttore della Terapia intensiva cardiologica del Policlinico Gemelli. In agguato “soprattutto disidratazione, aritmie, disturbi elettrolitici e cali di pressione che possono causare svenimenti e ischemie cerebrali da abbassamento pressorio“.
“Con l’età – prosegue l’esperto – si perde la sensazione di sete: ci si disidrata senza accorgersene, inoltre la pressione si abbassa a causa della vasodilatazione e le arterie meno elastiche degli anziani faticano ad ‘adattarsi’ e a compensare. Così più facilmente si incappa in crisi ipotensive e svenimenti. Inoltre spesso gli ‘over 60’ sono ipertesi e assumono farmaci per la pressione: se non si adatta la terapia al gran caldo, è ancora più alto il rischio di crisi ipotensive“. “Per qualsiasi aggiustamento della terapia, è sempre fondamentale sentire il medico: il fai da te può causare il problema opposto e la pressione finisce per salire troppo“. “Con queste temperature così elevate, si suda molto e si perdono non solo liquidi, ma anche sali minerali come sodio e potassio: così i cardiopatici, ma non soltanto loro, rischiano squilibri elettrolitici, incappando così in in aritmie anche pericolose e in episodi di fibrillazione“.
Nei giorni di caldo intenso è importante “curare l’idratazione” e, soprattutto se si suda molto, pensare a integratori di sali minerali. Tra i pazienti vulnerabili, precisa Rebuzzi, “non dimentichiamo le persone con scompenso cardiaco e quanti stanno assumendo diuretici“. Fondamentale tenere d’occhio i bambini, “che in genere si muovono molto e sudano di più, e devono essere ben idratati, anche i piccolissimi“: “La raccomandazione è quella di tenerli al fresco, farli uscire nelle ore più miti e farli bere molto, preferibilmente acqua e the“.
“Per tutti i pazienti che assumono farmaci, ma soprattutto per gli ipertesi, la raccomandazione è quella di misurare la pressione più spesso del solito e non dimenticare di consultare il medico per capire se è il caso di adattare la terapia,” conclude il cardiologo.
Caldo, pressione alta e cuore affaticato
A causa delle alte temperature estive sembra che il nostro cuore si affatichi di più: affanno e tachicardie a volte mettono in allarme. In realtà, sottolinea il dott. Oreste Febo, cardiologo, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia Riabilitativa e Pneumologia dell’ASST Gaetano Pini-CTO, il caldo non aumenta l’insorgenza di patologie cardiache. I soggetti che invece hanno già problemi cardiaci devono prestare maggiore attenzione durante l’estate.
L’esposizione alle alte temperature favorisce nei cardiopatici, specialmente se anziani, l’eccessiva disidratazione e la vasodilatazione: tali condizioni possono provocare importanti cali di pressione, alterazioni della funzionalità renale e alterazioni importanti del contenuto di sali minerali dell’organismo. “Spesso chi ha problemi cardiaci assume farmaci che potenziano i problemi suddetti: ecco perché è fondamentale l’educazione sanitaria che consente al medico curante di fornire al paziente le informazioni utili per ridurre i rischi legati alla assunzione di determinate terapie, in particolari periodi dell’anno”.
Attenzione agli effetti collaterali dei farmaci – Per chi è affetto da ipertensione, per chi assume farmaci vasodilatatori o diuretici che possono provocare una riduzione della pressione arteriosa, il cardiologo suggerisce di misurare la pressione con maggior frequenza e di rimodulare eventualmente il dosaggio dei farmaci assunti, in accordo con il medico curante: “I cali di pressione, infatti, sono pericolosi soprattutto nei soggetti fragili e quelli più anziani, e possono per esempio favorire l’insorgenza di traumi, come la frattura di femore, a seguito della perdita dell’equilibrio e le cadute”.
Inoltre, le alte temperature possono condizionare la conservazione dei farmaci: “Bisogna leggere sempre il bugiardino su cui si trova indicazione sui gradi da non superare e, anche in questo caso, è necessario chiedere consiglio al medico,” precisa il cardiologo.
Equilibrare la dieta: più acqua, ma senza esagerare – Anche sull’alimentazione bisogna porre maggiore attenzione: resta sempre valido il consiglio di bere di più, ma con giudizio, soprattutto nei pazienti affetti da scompenso cardiaco. “Per esempio – spiega Febo – se si fanno scorpacciate di anguria, questo vale come aver bevuto più acqua. Bisogna quindi sempre fare un bilancio sull’introito di liquidi in rapporto alle perdite. Utile quindi il controllo quotidiano del peso corporeo e, in alcune situazioni, della quantità di urina quotidiana”. Per quanto riguarda i cibi ‘solidi’, Febo consiglia di mangiare poco e spesso: “I pasti copiosi – sottolinea – affaticano il cuore che deve lavorare di più per permettere all’intestino di digerire il cibo”.
Caldo e Pressione Alta: cosa mangiare per abbassarla? Dei potenti alleati contro l’ipertensione sono gli alimenti ricchi di potassio
In estate il caldo costituisce un’ulteriore complicazione per chi soffre di pressione alta: l’ipertensione è una condizione molto diffusa, spesso determinata da un’alimentazione errata, e certamente le alte temperature non aiutano.
In Italia una persona su 3 ha livelli di pressione non ottimale che mettono in pericolo la salute del cuore e delle arterie.
La pressione alta è infatti considerata un importante fattore di rischio per l’ictus, l’infarto del miocardio, l’insufficienza cardiaca, gli aneurismi nelle arterie e per la malattia arteriosa periferica.
La condizione aggrava lo stato di salute di reni, fegato, arterie, cuore e sistema endocrino: ecco perché è fondamentale cercare di prevenirla anche con una corretta alimentazione e uno stile di vita sano.
Pressione alta, i cibi ricchi di potassio la abbassano
“Ridurre il consumo di sale è fondamentale ma non è l’unica raccomandazione per tenere sotto controllo la pressione. Chi soffre di ipertensione, ovvero livelli di pressione uguale o superiore a 140/90 mmHg, deve far affidamento alla terapia farmacologica e ai consigli del medico,” sottolinea il Prof. Giulio Stefanini, Aiuto – Referente di Ricerca Clinica in ambito cardiovascolare di Humanitas, ma può aiutarsi anche con la dieta, riducendo l’assunzione di sale”
“Sebbene le evidenze sulla relazione tra aumentato consumo di cibi ricchi di potassio e riduzione dei livelli della pressione arteriosa negli adulti necessiti di ulteriori conferme – spiega l’esperto su Humanitas Salute – tuttavia è ormai noto che il potassio è coinvolto in diversi fenomeni che contribuiscono a regolare anche la pressione. Per esempio, il potassio favorisce la regolazione dell’equilibrio dei fluidi e dei minerali all’interno e all’esterno delle cellule, aiutando così anche a mantenere la pressione nella norma, e smorzando gli effetti del sodio che invece, in eccesso, tende a far aumentare il volume dei liquidi intra ed extra cellulari, favorendo anche un aumento della pressione. Inoltre, il potassio è coinvolto nella contrazione muscolare, inclusa quella del muscolo cardiaco, e ha un ruolo nella regolazione del battito cardiaco. Aumentare il consumo di alimenti ricchi di potassio, quindi, può aiutare a mantenere sotto controllo la pressione, ma è presto per dire che contribuisca anche ad abbassarla. Pertanto, dal momento che gli alimenti ricchi di potassio sono in genere cibi freschi, poco lavorati e poveri di sodio, aumentarne il consumo può aiutare a seguire anche uno stile di vita sano. La lavorazione degli alimenti, specie la salatura e la cottura, infatti, possono modificare sensibilmente il contenuto di potassio. I cibi da prediligere e non farsi mancare in caso di ipertensione sono dunque la verdura, in particolare le verdure a foglia verde, pomodori, cetrioli, zucchine, melanzane, ma anche la zucca, le patate, le carote, i fagioli bianchi, le banane e la frutta secca.”
“Ho i crampi, mi manca il potassio, devo mangiare più banane”
L’estate, soprattutto in chi fa sport di frequente, è spesso associata a un aumento dei crampi muscolari. La spiegazione più comune, ma secondo gli esperti “limitata e banale“, è “mi manca il potassio, devo mangiare più banane“. Peccato che non sia necessariamente così: a sfatare questo e altri luoghi comuni, spiegando perché capitano i crampi e come prevenirli con una corretta alimentazione e idratazione, è il dietista Giacomo Astrua su “Medical Facts“, il sito anti–bufale creato dal virologo Roberto Burioni.
Il crampo è una contrazione involontaria di uno o più muscoli – si spiega – si manifesta in maniera improvvisa ed è di durata solitamente breve e transitoria. Le cause sono molteplici, la principale è la disidratazione associata ad allenamenti lunghi e frequenti, svolti nelle stagioni più calde. Ma possono incidere anche il mantenimento di una posizione per un tempo prolungato, l’uso di diuretici e vere e proprie patologie come malattie neurologiche, delle arterie e del sistema muscolare.
Nel caso dell’accoppiata ‘caldo-attività fisica’, il muscolo ha questa contrazione perché si ha uno squilibrio chimico tra i vari sali minerali coinvolti nell’attività muscolare: il potassio, ma anche il sodio, il calcio e il magnesio. Uno squilibrio causato dalla disidratazione. Il problema, dunque, non è legato alla semplice mancanza di potassio, ma anche di altri sali o, comunque, a una sproporzione fra questi, evidenzia Astrua, ribadendo che la vera causa che provoca i crampi muscolari nelle giornate più calde: la disidratazione.
Cosa fare, dunque, per prevenire i crampi? Assumere sali minerali in quantità sufficienti e rimanere sempre idratati, raccomanda l’esperto. Questo punto è semplice, basta bere circa 2-3 litri di acqua nell’arco dell’intera giornata. Per i sali minerali, invece, bisogna fare attenzione a quanta frutta e verdura si mangia, ricordando che sono consigliate 5 porzioni da 200 grammi ciascuna e vanno preferiti prodotti di stagione ricchi di micronutrienti.
Per chi fa molto sport – più di un’ora 4-5 volte la settimana – può avere senso utilizzare integratori di sali minerali, ma per assumerli è essenziale consultare il parere del medico.
Infine, le banane: sembravano essere la soluzione per i crampi, ma non sono l’unico alimento ricco in potassio. Il consiglio del dietista è preferire sempre i prodotti di stagione, il cui contenuto di sali minerali è solitamente maggiore. Ad esempio il contenuto di potassio in 100 grammi di banane è pari a 350 mg, di kiwi è 400 mg, di avocado 450 mg, di cavolfiore 350 mg, di noci 368 mg, di finocchi 394 mg, di olive nere 432 mg, di spinaci crudi 530 mg. Infine, ricchissimi di potassio sono i pistacchi: 100 grammi ne contengono 972 mg.
Si tenga presente che le informazioni presenti in questa pagina sono di natura generale e a scopo divulgativo e non sostituiscono in nessun caso il parere del medico, il primo punto di riferimento a cui ricorrere per avere informazioni, chiarimenti, e a cui affidarsi per consigli o esami.