In un futuro lontanissimo (un numero di anni esprimibile con 1 seguito da cento zeri) le stelle smetteranno di nascere, le galassie diventeranno buie e i buchi neri evaporeranno, lasciando solo energia e particelle subatomiche: secondo i modelli attuali, quando l’universo si spegnerà, lo farà sommessamente e lentamente.
L’espansione dello Spazio porterà – sempre secondo i modelli più accreditati – la temperatura vicino allo zero assoluto, segnando la morte termica dell’universo.
Lo scenario buio, freddo e desolante potrebbe però riservare una sorpresa, secondo una ricerca in via di pubblicazione su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society: secondo i calcoli dell’autore, il fisico Matt Caplan dell’Università dell’Illinois, le nane bianche dotate di una massa leggermente superiore a quella del Sole, dopo essersi raffreddate e trasformate in nane nere, potrebbero continuare ad alimentare reazioni nucleari al loro interno, a causa della loro elevatissima densità. Nel lungo periodo, potrebbero essere tali reazioni a determinare una forte instabilità che porterebbe al collasso e a un’esplosione colossale come quella delle supernove.