Più guardi film porno, più rischi di fare un ‘flop’ sotto le coperte

Un uso eccessivo e prolungato della pornografia può creare le condizioni per la disfunzione erettile e rendere insoddisfacente il rapporto con il partner
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Guardare troppi video pornografici può causare problemi di erezione e calo del desiderio sessuale. A lungo andare, può addirittura portare a preferire il sesso virtuale a quello con il partner nella vita reale. È il singolare paradosso portato alla luce da una ricerca appena presentata all’ultimo Congresso annuale dell’Associazione Europea di Urologia (EAU). L’indagine, condotta tramite un questionario on line di 118 domande su un campione di 3267 uomini del Belgio e della Danimarca, è arrivata a conclusioni sorprendenti: correlando il tempo medio di visualizzazione di materiale pornografico (70 minuti alla settimana, a con una media di 5-15 minuti per sessione) con il grado di disfunzione sessuale emerso dalle risposte, è risultato che circa il 25% degli intervistati riferiva livelli variabili di disfunzione erettile durante i rapporti con il proprio partner.

La ricerca, coordinata da Gunter de Win, professore dell’Università di Anversa, ha evidenziato altri numeri che fanno riflettere: solo il 65% degli intervistati ritiene che il sesso con il partner sia più eccitante della visualizzazione di materiale pornografico. E, durante la visione, il 90% delle persone si focalizza esclusivamente sulle scene sessuali più eccitanti. Inoltre, un 20% degli intervistati ha dichiarato che, per eccitarsi e portare a termine un rapporto sessuale soddisfacente per sé e per il partner richiede immagini di tipo pornografico “estremo” di cui nella situazione reale non può disporre. Infine, un dato che riguarda la fascia più giovane: il 23% degli uomini sotto i 35 anni ha ammesso di riscontrare problemi di erezione, di varia entità, durante i rapporti con i rispettivi partner.

I dati presentati all’ EAU sono risultati decisamente superiori alle aspettative generali dei ricercatori ed evidenziano una relazione altamente significativa tra il tempo impiegato a guardare la pornografia e un incremento delle difficoltà con la funzione erettile nei rapporti con il partner.

“Dobbiamo ancora capire bene il reale significato di questi risultati ed è difficile trarre conclusioni immediate dallo studio, anche perché non sono ancora definiti gli effetti della visualizzazione di materiale pornografico nelle donne – commenta il prof. Rocco Damiano, urologo e responsabile dell’ufficio risorse e comunicazione della Società Italiana di Urologia (SIU) –. Ma occorre soffermarsi a riflettere sul fatto che la pornografia influenza la modalità con cui viviamo il sesso. La visione di materiale pornografico determina un iperstimolo eccitatorio in grado di influenzare il comportamento sessuale, facilitando la produzione di dopamina nel cervello, ed elevandone il livello per la comparsa di eccitazione sessuale. Di conseguenza, però, nella vita reale con il partner, il sesso non risulta più all’altezza delle aspettative generate, dando origine a disfunzione erettile, insoddisfazione e calo del desiderio”.

Attenzione, però: la pornografia non dev’essere necessariamente considerata solo come un elemento negativo, per quanto riguarda i suoi effetti sull’erezione. In alcuni casi, infatti, può anche essere di aiuto nel trattamento della disfunzione erettile. “Trattandosi di una patologia multifattoriale, sarebbe riduttivo e sbagliato associarla esclusivamente alla visualizzazione di materiale pornografico – sottolinea il prof. Walter Artibani, urologo e segretario generale della SIU –-. Vi sono tanti altri fattori che giocano un ruolo determinante nel causare problemi di erezione: dal calo di libido all’ansia e depressione, dall’abuso di alcool e assunzione di farmaci all’obesità, fino alle patologie vascolari, nervose o metaboliche”.

“Resta però il fatto che i rischi dell’abuso di pornografia sono ignorati dalla maggior parte delle persone. La perdita del desiderio nei confronti della vita sessuale reale rappresenta uno dei fattori che determina comparsa di problematiche sessuali in quelle persone che visualizzano molto materiale pornografico. Diventa importante, quindi, poter definire la soglia di visualizzazione oltre la quale si è a rischio”, conclude il prof.Damiano.

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