Tra pollini, insetti e particolari alimenti le allergie in questo periodo possono rivelarsi un incubo: secondo Catello Romano, pediatra-allergologo e docente nel corso di formazione professionale ECM di Sanità In-Formazione per Consulcesi Club sulla pneumo-allergologia pediatrica ai tempi del coronavirus, in vacanza, anche ad agosto e settembre, in valigia non devono mancare antistaminici, cortisonici in compresse o in pomata, e in casi particolari, pazienti a rischio anafilassi, anche un autoiniettore di adrenalina.
“E’ bene ricordare – spiega il pediatra-allergologo – che i sintomi di infezione Covid-19 comprendono: rinite, tosse, febbre, dispnea grave, spossatezza, perdita di gusto e olfatto. Mentre i sintomi dell’allergia respiratoria comprendono rinite con starnuti, prurito al naso, gocciolamento nasale, naso chiuso, congiuntivite tosse secca, dispnea che si controlla con la terapia antiasmatica, perdita cronica di olfatto da poliposi nasale, prurito rinofarningeo e non è prevista la febbre“.
“In estate circolano diversi tipi di polline, dalla parietaria alle graminacee fino all’ambrosia, quest’ultima presente soprattutto a Nord Italia“, precisa l’esperto. “Anche con il caldo non bisogna interrompere la terapia anti-allergica iniziata in primavera, sempre sotto stretto controllo medico“.
“Proprio in questo periodo aumentano i casi di allergie per puntura di imenottero“. “Punture di api, vespe e calabroni possono essere responsabili di reazioni anche gravi: si va infatti da reazioni locali, come gonfiore e dolore, fino a reazioni più estese o addirittura allo shock anafilattico”
Dal punto di vista alimentare, le allergie in estate possono celarsi dietro cibi come: fragole, ciliegie, albicocche, pesche, anguria e frutta secca (gelati alla nocciola, granite di mandorle, granelle dei gelati, ecc.), ma anche in pesce crudo e frutti di mare. “Bisogna fare molta attenzione a questi alimenti e in caso di prima reazione rivolgersi allo specialista“, afferma Romano. Per quanto riguarda i bambini, “in questa stagione possono essere molto comuni le dermatiti da contatto, come quelle scatenate dalla sabbia, o anche semplicemente dermatiti dovute al sudore“, spiega Giuseppe Mele, pediatra e presidente Paidoss. “Non sono allergie, ma ai genitori raccomando di fare molta attenzione ed eventualmente rivolgersi al proprio pediatra“. Attenzione anche al sole: “In questo periodo sono molto frequenti gli eritemi solari“, precisa Mele. “Per prevenirli – evitando così anche un pericoloso accumulo di radiazioni, che in futuro possono aumentare il rischio di sviluppare un tumore della pelle – è bene utilizzare sempre una protezione adeguata, una lozione con un fattore protettivo SPF 50+“, aggiunge.
infine, gli esperti raccomandano attività all’aria aperta, specialmente dopo il periodo di lockdown: “Vanno bene sia mare che montagna, purché si lasci finalmente libero sfogo ai bambini“, conclude il pediatra e presidente Paidoss.
Come distinguere le allergie dal Coronavirus? Quali sono le differenze e i sintomi in comune
Gli esperti dell’Istituto Auxologico Italiano hanno fatto il punto su differenze e similitudini tra i sintomi provocati dal Coronavirus e quelli di tipo allergico: naso che gocciola, occhi che lacrimano o asma sono sintomi classici delle allergie da pollini che colpiscono milioni di persone, ma, di questi tempi, questi stessi disturbi allarmano molte persone.
I sintomi particolari dovuti alle allergie da pollini – spiegano gli esperti – sono: raffreddore “acquoso” e lacrimazione profusa che non sono tipiche dell’infezione da Sars Cov-2; mentre la congiuntivite e la tosse sono sintomi in comune.
“Nelle forme allergiche non si ha la febbre che è invece quasi costante nell’infezione virale.
La mascherina chirurgica – si legge in un approfondimento – può diminuire l’inalazione di pollini e quindi diminuire i sintomi (i pollini sono più “grossi” dei virus).
Va segnalato che allergia e asma non sono fattori predisponenti all’infezione da nuovo coronavirus, ma se si ha un’asma non controllata, una sovrainfezione sia di questo che di altri virus o da batteri può avere conseguenze anche gravi.
Le abituali terapie con antistaminici e cortisonici nasali nelle forme rinitiche, opportunamente prescritte dagli allergologi, sono efficaci.
Il problema è che il 50% degli allergici sono anche asmatici e questi pazienti spesso non seguono adeguatamente le terapie suggerite dagli pneumologi e allergologi, o le sospendono quando pensano di stare bene e non hanno evidenti sintomi.
Ma è da ricordare che l’asma è una malattia cronica con una componente genetica e va quindi sempre adeguatamente trattata a seconda della gravità e dei valori della spirometria.
Nelle forme più lievi e in assenza di esposizione agli allergeni è possibile utilizzare spray cortisonici aggiungendo spray contenenti anche un broncodilatatore all’inizio delle allergie.
Purtroppo solo una piccola percentuale dei pazienti allergici segue correttamente queste direttive e quindi, in questo periodo di esposizione ad allergeni stagionali, ci potrebbe essere una maggior necessità di differenziare i sintomi dell’ allergia da quelli dell’ infezione da Coronavirus o da altre infezioni virali più comuni e tutt’ora presenti da virus influenzale o da rinovirus.
Per concludere, gli esperti ricordano “che la febbre è solo da infezione, non da allergia e quindi rappresenta un sintomo importante nella diagnosi differenziale. Ciò detto è sempre utile ricordare che esistono soggetti portatori del virus del tutto asintomatici. Questo ribadisce da un lato l’importanza di una corretta terapia per l’allergia e per l’asma allergico in particolare, dall’altro l’osservanza di tutte le norme comportamentali più volte segnalate dagli organi competenti per tutta la popolazione.“