“Non preoccupatevi, stiamo organizzando gli squadroni della morte e nel giro di due giorni riportiamo la normalità”. E ancora: “Quattro taniche di benzina e si accende il forno crematorio, così non rompono più“. Sembra assurdo, sembra risalente agli anni ’30 del Novecento e invece lo ha scritto oggi su Facebook un responsabile della Protezione Civile. Questa sarebbe la “soluzione” promessa dal responsabile della Protezione civile di Grado, Giuliano Felluga (dipendente comunale), per sedare la rivolta scoppiata ieri all’interno dell’ex caserma Cavarzerani di Udine, dove 400 migranti hanno innescato disordini con grida, lancio di pietre contro la polizia e roghi, per protesta contro la quarantena imposta dal sindaco leghista di Udine, Pietro Fontanini.
Parole, quelle di Felluga, che hanno lasciato sbigottita tutta Italia. Lui ha provato a rimediare con un nuovo post: “Chiedo scusa per quello che ho scritto chi mi conosce sa già che non lo penso e stato uno sfogo senza pensare“, ma ormai il danno è fatto e per Felluga non c’è possibilità di riabilitazione: quanto scritto in precedenza convince molto più di quest’ultima, labile giustificazione.
Il problema, al confine con la Slovenia, è serio: tanto da essere “imminente“ il rafforzamento del contingente di militari già destinato alla vigilanza della frontiera tra Italia e Slovenia. Lo ha detto il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese in un incontro questa mattina al Viminale con la senatrice Tatjana Rojc e l’onorevole Debora Serracchiani, sottolineando che da parte del ministero c’è la “massima attenzione al fenomeno migratorio a nord-est”.
Nel corso dell’incontro il ministro ha aggiornato le parlamentari sulle iniziative in corso per rafforzare l’efficacia dei servizi di controllo sul confine, anche attraverso una più intensa collaborazione con il governo sloveno.