Scontro navale Turchia-Grecia: sale la tensione tra i due Paesi, “una guerra in Egeo significherebbe la fine della Nato”

"Una guerra nel Mar Egeo significherebbe la fine della Nato e spingerebbe la Turchia definitivamente nell'orbita russa"
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Alta tensione nel Mediterraneo orientale, dove si è verificata una mini-collisione al largo di Rodi tra una nave da guerra turca che scortava la “Oruc Reis” e una nave greca.
Non sono chiare le circostanze dell’impatto.
Secondo alcuni media greci, la fregata “Limnos” avrebbe urtato e danneggiato la nave da guerra turca “Kemal Reis”, mentre altre fonti giornalistiche di Atene riportano di una leggera collisione e un “incidente“.
In Turchia la notizia è stata riportata dall’agenzia “Eha”, secondo la quale invece la “Kemal Reis” ha intercettato e danneggiato la nave greca, costringendola a far ritorno in porto.
“Greek city times” ha sottolineato che le foto dell’esercitazione con le forze francesi pubblicate dalla Marina greca mostrano la Limnos intatta.
L’unico a commentare l’incidente è stato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che, minacciando di far pagare “a caro prezzo” eventuali attacchi contro la nave turca che sta esplorando il Mediterraneo orientale alla ricerca di idrocarburi, ha sostenuto che la Grecia “oggi ha ricevuto la prima risposta“.

L’incidente risale a mercoledì ma se ne è avuta notizia solo oggi.
Il caso è stato inserito nel dossier che il ministro degli Esteri greco, Nikos Dendias, presenta oggi al Consiglio straordinario per gli affari Esteri dell’Ue convocato dal capo della politica estera, Josep Borrell, su richiesta di Atene.
Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha scritto ai colleghi dell’Unione per denunciare “atti unilaterali e alleanze di Grecia e Cipro che hanno escluso la Turchia“. Per il ministro di Ankara l’accordo marittimo tra Grecia ed Egitto “viola le piattaforme continentali di Turchia e Libano” e “dimostra la riluttanza di Atene ad avviare un dialogo onesto con la Turchia“.

Nel frattempo, si moltiplicano gli sforzi diplomatici per allentare le tensioni innescate dalla presenza della Turchia nell’area al largo dell’isola greca di Kastellorizo, con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in contatto sia con il premier greco, Kyriakos Mitsotakis, che con Erdogan.
Mitsotakis ha trovato un alleato soprattutto nel presidente Macron, che ha anche mosso navi e caccia per avvicinarle di più  all’Egeo. Ieri due Mirage 2000 e una fregata della Marina di Parigi hanno condotto manovre militari congiunte con la Grecia al largo dell’isola di Creta.

Turchia, ex ammiraglio: una guerra in Egeo significherebbe la fine della Nato

Una guerra nel Mar Egeo significherebbe la fine della Nato e spingerebbe la Turchia definitivamente nell’orbita russa“: lo ha affermato in un’intervista all’AGI Cem Gurdeniz, che nella Marina turca ha rivestito il grado di contrammiraglio ed ora dirige il centro studi marittimi della Koc University.
Dopo alcuni giorni di quiete, seguiti all’annuncio di Erdogan di sospendere le trivellazioni nel Mediterraneo (su pressione della Germania), la situazione è precipitata con l’accordo sulla giurisdizione marittima tra Grecia ed Egitto, siglato in risposta all’intesa dello scorso novembre tra Ankara e Tripoli.
L’ammiraglio Gurdeniz ha le idee chiare sulla validità dell’accordo greco egiziano: “La Grecia vive nel mondo dei sogni. Un confine marittimo tra Grecia ed Egitto è impensabile, contrario al diritto internazionale marittimo. Il Cairo non è un interlocutore della Grecia perché non ci sono isole greche che guardano verso le coste egiziane e le sentenze delle corti internazionali sono chiare“.
Da un lato vediamo la violenza con cui la Grecia respinge i migranti, in chiara violazione del diritto marittimo, dall’altro assistiamo a continui tentativi di Atene di usurpare i diritti della Turchia, grazie al sostegno di altre potenze come gli Usa, che usano la Grecia come sicario per colpire la Turchia“, spiega Gurdeniz, in riferimento alla disputa sulla piattaforma continentale. “La Grecia è andata nel panico dopo l’accordo con la Libia. Atene non ha mai reso nota la propria piattaforma continentale e ora pretende di estenderne la superficie per 50 mila km quadrati per Castellorizo, un’isola di pochi km quadrati distante 580 km dalla Grecia e due km dalla costa turca. Ankara non farà alcun passo indietro ed è pronta a mettere in campo la propria marina militare. Sia chiaro a Usa e Ue“.
Secondo l’ammiraglio le parti devono riavvicinarsi il prima possibile, perché un conflitto finirebbe inevitabilmente per coinvolgere interessi russi: “Il 75% dei proventi russi derivanti dal commercio marittimo passano dall’Egeo e un conflitto tra Turchia e Grecia spingerebbe definitivamente Ankara nell’orbita russa con gli Usa che perderebbero le proprie basi in Anatolia, la fine della Nato“.

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