Le ombre, il buco di 20 minuti, il figlio Gioele, la posizione del marito, gli operai col furgone. Troppe cose non tornano nella storia di Viviana Parisi, la donna trovata morta dopo la sua scomparsa a Caronia insieme al figlio di 4 anni, del quale ancora non c’è alcuna traccia. Proseguono senza sosta le ricerche del piccolo Gioele. L’ipotesi più drammatica, fatta dagli inquirenti, è che la donna potrebbe avere ucciso il figlio seppellendolo nella zona prima di suicidarsi. Decine di persone con unità cinofile stanno perlustrando le campagne. “Fino ad oggi – spiegano i vigili del fuoco – abbiamo perlustrato più di 500 ettari con l’ausilio dei cani e dei droni. E’ complicato perchè si tratta di boschi e luoghi impervi dove è difficile spostarsi”.
Trovare Viviana morta è stata quasi una sorpresa per gli investigatori, che sono stati sempre convinti che quello della donna fosse stato un allontanamento volontario e le speranze di ritrovarla viva erano molte. Gli elementi che avevano portato a questo sono tanti: uscendo di casa ha detto al marito una bugia, ovvero quella di essere diretta a un centro commerciale di Milazzo, mentre invece aveva imboccato l’autostrada percorrendo oltre cento chilometri per fermarsi, dopo un banale incidente, su un cavalcavia della A20 Messina-Palermo. Ha lasciato a bordo la borsa, il cellulare e i documenti, ha scavalcato il guardrail con il bambino ed è svanita nel nulla.
Difficile che in quelle condizioni avrebbe potuto fare molta strada, dunque le ricerche si sono concentrate in un’area di qualche chilometro. Per puro scrupolo le squadre, che utilizzano droni e unità cinofile, si sono spinte anche oltre seguendo le indicazioni del piano predisposto in Prefettura. L’assenza di tracce stava dunque alimentando l’idea che Viviana fosse una donna in fuga dalla famiglia e dai fantasmi che da qualche tempo agitavano la sua vita. Ne ha parlato il marito Daniele Mondello, anch’egli dj molto noto, che ha accennato alle crisi depressive della moglie. La stessa Viviana ne aveva parlato in diversi post su Facebook. Un forte attaccamento al figlio, il suo, letto ora come un approdo di disagi esistenziali aggravati dalla paura del Covid, dalle costrizioni del lockdown e dall’impossibilità di vedere i parenti di Torino da dove si era trasferita una decina di anni fa per vivere a Venetico, nel messinesed.
Lei stessa disse che si sentiva ingabbiata in una “bara di cristallo” e, come scriveva su Facebook, voleva riprendersi il proprio passato, “per andare avanti con il presente e il futuro se Dio vuole“. Viviana voleva “ripartire da zero“, parole forte nelle quali non si legge il segno chiaro di una crisi con il marito, che anche lui nega, ma resto da capire come Viviana volesse ricominciare e quale sarebbe stato il ruolo dell’uomo in questo ‘ripartire da zero’.
I FATTI
Sull’autostrada A20 Messina-Palermo, Viviana ha avuto un incidente stradale all’altezza di Torre del Lauro, a Caronia. E’ lì che ha abbandonato la sua auto, poi ritrovata e da lì gli investigatori hanno avviato le indagini. Vigili del fuoco, polizia, carabinieri e uomini della protezione civile hanno passato al setaccio diverse zone in prossimità della galleria in cui e’ stata ritrovata l’auto. Ma per giorni di lei e del figlio nessuna traccia. Da una prima ricostruzione dopo avere urtato il guardrail Viviana avrebbe lasciato l’auto per proseguire a piedi con il piccolo. Subito dopo l’incidente, infatti, alcuni automobilisti avevano visto Viviana lungo l’autostrada e le avevano prestato soccorso perché era in difficoltà. Poi di lei più nulla fino al ritrovamento del cadavere.
IL MISTERO DELL’INCIDENTE
Un lieve scontro con un furgone privato, di colore grigio scuro, è il momento fondamentale di questa vicenda. Pare che a bordo vi fossero degli operai, ma non era un mezzo dell’Anas, come era stato detto in un primo momento. Sono diversi i testimoni che dicono di ricordare la donna e l’auto ferma a lato dell’autostrada; qualcuno è sicuro di aver visto la donna allontanarsi dall’asfalto, ma sulla presenza del bambino non tutti sono concordi. E’ questo elemento che alimenta una speranza, pur sottile, di ritrovare il piccolo Gioele ancora in vita. “Non è detto che il bambino fosse con lei” ha dichiarato Angelo Cavallo, il procuratore capo di Patti (Messina) che sta coordinando le indagini.
Troppi dubbi, ancora: c’è un buco di venti minuti, nel tragitto della donna, che non rientra nella ricostruzione dei fatti messa a punto dagli investigatori. In quel lasso di tempo potrebbe aver lasciato il bambino da qualche parte. Il dramma sembra non essere finito qui, ma si spera e si prega fino alla fine.