Andrea Cicconetti, segretario di Federfarma Roma, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sulla disponibilità dei dpi anti-covid – “La situazione mascherine ormai si è stabilizzata perché si è avviata anche una produzione italiana –ha affermato Cicconetti-. C’è una produzione di mascherine chirurgiche quindi la disponibilità è massima, anche per le ffp2 non ci sono più problemi così come sul fronte alcol e gel igienizzanti. C’è una richiesta continua, quotidiana di questi dispositivi, chiaramente in forma leggermente inferiore rispetto a marzo-aprile”.
Sulla disponibilità del vaccino antinfluenzale – “Abbiamo di fronte la stagione invernale in cui aumentano le malattie respiratorie e arriva l’influenza stagionale. Il problema è come poter distinguere i sintomi da quelli del covid. C’è anche un disagio sociale dovuto a questo fenomeno. Poter distinguere una patologia dall’altra significa dover fare il tampone, ma nel frattempo stare in quarantena. Per evitare tutto questo bisogna aumentare la campagna vaccinale. La Regione Lazio normalmente faceva 1,2 milioni di dosi, quest’anno ha deciso di ampliare le fasce e fare una vaccinazione anche ai bambini tra 6 mesi e 5 anni, e di abbassare anche la fascia d’età per gli adulti. Quest’anno dunque sono state chieste 2,4 milioni di dosi. Questo maggiore approvvigionamento da parte delle regioni potrebbe portare ad una carenza di dosi nel normale ciclo e c’è il rischio che chi va in farmacia con la ricetta per comprare il vaccino non lo trovi. Federfarma ha fatto una serie di tavoli col Ministero della Salute per garantire un numero minimo di dosi per farmacia, si tratta di 25 dosi per farmacia. Federfarma nazionale ha chiesto di poter importare ulteriori dosi dall’estero. Poi c’è il secondo ordine di problema. La Regione Lazio raddoppia le dosi di vaccino, però i medici di medicina generale e i pediatri sono sempre gli stessi quindi sono chiamati a fare un doppio lavoro. Per questo noi farmacisti abbiamo dato la disponibilità per la somministrazione, magari per la fascia più a rischio degli anziani. In molti Paesi del mondo la vaccinazione è delegata al farmacista. Allargare le fasce di vaccinazione per evitare la sovrapposizione dei sintomi vuol dire anche evitare di mandare in difficoltà altri settori della sanità, come quello delle Asl che fanno i tamponi”.
Sui no vax e no mask – “Gli scettici ci sono sempre stati, su qualsiasi argomento. Io vorrei dire che grazie ai vaccini nel mondo sono scomparse patologie importantissime e anche invalidanti. Sui no vax, non riesco a trovare una spiegazione plausibile. I no mask si incontrano anche in farmacia, entrano senza la mascherina. Noi li invitiamo a mettere la mascherina oppure ad aspettare di fuori e li serviamo dallo sportellino. Quello che non capiscono è che questi atteggiamenti vanno a creare disagio tra le persone perché poi gli altri pazienti della farmacia si risentono”.