La riapertura delle scuole dopo l’emergenza coronavirus sarà una grande sfida per tutti i Paesi. Una necessità non più rimandabile ma che richiede molta attenzione nella gestione della pandemia. In un editoriale su ‘Science’, tre studiosi dell’University of Pennsylvania suggeriscono 3 strategie di mitigazione mirate per consentire alle scuole di riaprire in sicurezza:
- ridurre al minimo l’ingresso del virus nelle scuole, grazie a un’attenta sorveglianza dei sintomi e riaprendo gli istituti solo se la trasmissione a livello locale è sotto controllo (meno di 50 nuovi casi in 7 giorni per 100 mila abitanti);
- adottare nelle scuole distanziamento sociale, mascherine, igiene accurata dei locali e delle mani, ventilazione e lasciando a casa i soggetti con sintomi minimi;
- limitare il tempo in cui le stanze sono occupate ed evitare attività come canto e gli sport che prevedono una vicinanza eccessiva.
I grandi focolai nelle scuole, scrivono gli autori, possono essere ridotti al minimo limitando la trasmissione secondaria al minor numero possibile di persone. Le coorti che rimangono relativamente isolate l’una dall’altra possono ridurre il contatto da persona a persona e possono facilitare il tracciamento dei contatti se si verificano focolai. La diagnosi precoce di individui infetti attraverso la sorveglianza dei sintomi e i test diagnostici può limitare le misure di quarantena ai gruppi colpiti, piuttosto che dover chiudere i voti o l’intera scuola, scrivono gli esperti. Da queste tre strategie, è possibile sviluppare un approccio stratificato alla mitigazione del rischio nelle scuole in cui si combinano misure con efficacia parziale per ridurre la probabilità che bambini, insegnanti, personale e familiari si ammalino di Covid-19. “Più basso è il tasso di infezione nella comunità, meno rigorose dovranno essere le altre misure di mitigazione del rischio”, concludono.