Coronavirus, la mascherina come un ‘vaccino’: ecco come potrebbe favorire l’immunità al SARS-CoV-2

Secondo quanto riportato sul New England Journal of Medicine, la mascherina potrebbe indurre un contatto sicuro col SARS-CoV-2
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Sono centinaia i vaccini allo studio nel mondo per combattere la pandemia del nuovo coronavirus SARS-CoV-2, responsabile di almeno 1 milione di morti nel mondo. Ma in attesa di un vaccino sicuro ed efficace, un altro strumento utilizzato contro la pandemia potrebbe farne quasi le “veci”: la mascherina.

La mascherina potrebbe diventare un ‘‘vaccino” rudimentale contro il coronavirus perche’, schermando l’ingresso del virus in grandi quantita‘, potrebbe comunque permettere a poche particelle virali di passare e penetrare nelle vie respiratorie di chi la indossa, attivando cosi’ un processo di immunizzazione contro il SARS-CoV-2, pur con un’infezione senza sintomi. E’ la teoria illustrata sul New England Journal of Medicine da Monica Gandhi, infettivologa della University of California di San Francisco. “Puoi avere il virus ma essere asintomatico, quindi con le mascherine – afferma Gandhi – puoi aumentare il tasso di infezioni asintomatiche, e magari questo potrebbe diventare un modo per inoculare in maniera sicura il virus nella popolazione”.

mascherina coronavirus busSara’ difficile testare l’efficacia di questo ipotetico metodo che si rifa’ alla pratica ormai obsoleta della vaiolizzazione (tecnica contro il vaiolo che consisteva nell’inoculare pus proveniente da un malato), ovvero inoculare piccole dosi di un virus per scatenare una reazione immunitaria ‘sicura’. Per ora alcuni studi su animali hanno dimostrato che inoculare piccole dosi di coronavirus provoca una malattia blanda, non grave, spiega Gandhi, e alcune evidenze epidemiologiche (ad esempio nei focolai creatisi sulle navi da crociera o in altri luoghi affollati ma in cui tutti indossavano le mascherine) mostrano che l’uso della mascherina in presenza di soggetti positivi al virus puo’ favorire dei focolai prevalentemente asintomatici. Ma questo non da’ certezza che l’infezione asintomatica si accompagni a sviluppo di immunita’ e quindi non si tratta di un dato abbastanza forte per confermare questa rudimentale pratica di immunizzazione.

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