L’anno scolastico post Coronavirus è stato inaugurato oggi dall’Alto Adige: sono 91.797 in tutto i bambini e ragazzi che questa mattina sono tornati sui banchi di scuola dopo la pausa iniziata a marzo, sei mesi fa.
Complessivamente gli iscritti fanno registrare quest’anno in Alto Adige un incremento di poco meno di 500 unità, derivanti dalla differenza tra i quasi 1.000 studenti in più registrati nelle scuole di lingua tedesca e gli oltre 400 in meno registrati nelle scuole di lingua italiana.
Il ritorno a scuola comporta nuove sfide, a causa delle misure di sicurezza derivanti dalla necessità di prevenire lae diffusione del contagio.
Anche Vo’ Euganeo, il comune padovano che ha registrato il primo decesso per Covid 19 il 21 febbraio e che per primo in Veneto è entrato in lockdown, ha riaperto oggi le porte ai bambini della scuola per l’infanzia.
Questa mattina 19 bambini della prima classe della materna “Gianni Rodari” sono arrivati a scuola accompagnati da un genitore. Verranno concessi tre giorni per l’inserimento, poi da giovedì sarà il turno di tutti gli altri piccoli, in tutto 109, e degli altri 200 delle elementari e delle medie.
Il Sindaco di Bolzano a Radio 24: “Bici, pedibus e ingressi scaglionati. Nessun forte incremento”
Primo giorno di scuola a Bolzano. Primo test per i bus. “Non abbiamo avuto un forte incremento del traffico”, dice il sindaco di Bolzano, Renzo Caramaschi, intervenuto a Tutti a scuola su Radio 24. “Ho i primi dati. Sta funzionando perché abbiamo fatto una campagna pubblicitaria di potenziamento della bicicletta. Il 30 per cento dei trasporti a Bolzano avviene in bicicletta. Poi abbiamo potenziato il pedibus, il servizio svolto dai nonni-vigili che accompagnano i bambini a scuola. Abbiamo inoltre fatto un appello agli adulti di lasciare i bus agli studenti e abbiamo differenziato l’ingresso a scuola di oltre un’ora, dalle 7.30 alle 9, per gli studenti più grandi. Questi staranno a scuola fino alle 15, un po’ dura, ma si può fare”.
Vò aspetta Mattarella, il Preside a Radio 24: “Manca il 20 per cento di docenti e personale Ata”
Primo giorno oggi per i bambini della scuola dell’infanzia a Vò, in provincia di Padova, prima zona rossa dell’emergenza Covid. Qui il 14 settembre il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, inaugureranno l’anno scolastico. Ma non mancano le criticità, sul fronte del personale. “Purtroppo non va bene,” dice il dirigente scolastico, Alfonso D’Ambrosio, intervenuto a Tutti a scuola, su Radio 24. “Di fronte ad un iniziale 30 per cento di organico che non c’era il primo settembre, ad oggi è arrivato qualcosina, ma manca il 20 per cento di docenti e personale Ata, quest’anno il fulcro del funzionamento di tutte le regole di sicurezza. Sono invece arrivati i fondi del personale Covid, ma ci aspettavamo qualcosa in più: sono 70mila euro lordi. Con questi fondi possiamo pagare 5 persone per otto mesi e mezzo”.