Il maltempo che ha colpito il Friuli Venezia Giulia lo scorso fine settimana ha seriamente compromesso la funzionalità dell’acquedotto Destra Tagliamento, lasciando diverse attività produttive e circa 15mila cittadini privi di acqua potabile. L’ondata di piena del torrente Comugna, da cui si rifornisce, ha quasi completamente demolito l’accesso all’opera di presa, impianto che consente la captazione delle acque, ha distrutto diverse apparecchiature e strumentazioni tecniche e creato una voragine nel terreno delle dimensioni di circa 200 metri quadrati e profonda circa 3 metri. A riferirlo è l’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente a seguito del sopralluogo compiuto con i referenti della società Hydrogea per verificare i danni provocati dai violenti eventi meteorici.
I lavori di ripristino finalizzati a garantire in tempi brevi il regolare funzionamento del sistema acquedottistico sono iniziati domenica scorsa e proseguono senza sosta, mentre contestualmente è stato avviato un servizio di approvvigionamento sostitutivo di acqua potabile, attraverso il posizionamento di una ventina di cisterne collocate nei punti strategici del territorio interessato dall’emergenza. Le operazioni di ricostruzione hanno consentito la rimozione dei detriti, il parziale ripristino dell’impianto di captazione gravemente danneggiato, la riattivazione della derivazione di acqua potabile sul torrente Comugna e il riempimento della voragine che si era creata e che impediva l’accesso con mezzi alla galleria.
A partire da domani sarà dato avvio ai campionamenti finalizzati ad accertare l’idoneità dell’acqua a uso potabile e alimentare, con l’obiettivo, di concerto con le Aziende sanitarie, di poter dichiarare la fine dell’emergenza entro pochi giorni. Non è la prima volta che eventi atmosferici di significativa entità evidenziano la sostanziale debolezza infrastrutturale dell’acquedotto che, secondo uno specifico studio di fattibilità redatto dalla Hydrogea, necessiterebbe di opere di riqualificazione e ricostruzione per un costo complessivo di 8 milioni di euro per risolvere, anche se non definitivamente, le criticità della struttura.