Militare morto dopo avere salvato un giovane: “Ci sono molti punti oscuri, Aurelio poteva essere salvato”

Aurelio Visalli, 40 anni, secondo capo della Guardia Costiera di Milazzo, era scomparso ieri tra le onde dopo avere salvato un quindicenne che stava annegando
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Il corpo del militare della Guardia Costiera disperso da ieri è stato ritrovato questa mattina al largo di Milazzo (ME), nello specchio di mare antistante Tono, dove si erano concentrate le ricerche.
Aurelio Visalli, 40 anni, secondo capo della Guardia Costiera di Milazzo, era scomparso ieri tra le onde dopo avere salvato un quindicenne che stava annegando.
A ripescare il cadavere è stato l’equipaggio della motovedetta della Capitaneria di porto sulla quale il giovane sottufficiale aveva prestato servizio. Il ritrovamento è avvenuto a nord del punto dove si era tuffato per salvare due ragazzi in difficoltà, ad una cinquantina di metri dalla costa nota come “puntitta”, nella baia del Tono. Il corpo del sottufficiale è stato trasportato con la stessa motovedetta fino al porto e da qui trasferito all’obitorio dell’ospedale di Milazzo.

“Ci sono molti punti oscuri in questa vicenda”

mareggiata01 “Mio cognato poteva essere salvato, ci sono responsabilità molto gravi per le dinamiche con le quali lo hanno costretto ad intervenire e responsabilità dei soccorsi assolutamente in ritardo e inefficaci“: lo ha affermato il capo dei vigili urbani di Venetico Antonio Crea, cognato di Aurelio Visalli. “Faccio queste affermazioni forti perché inizialmente a mio cognato e a due sue colleghi era stato vietato di intervenire con la motovedetta perché il mare non lo consentiva, poi gli è stato chiesto di intervenire da terra ma come potevano farlo senza attrezzatura, non avendo ne giubbotti di salvataggio, né salvagenti, mute, corde o altro? E’ stata una follia“. “Avevano solo un piccolo salvagente con una cordicella per tirarla ai due giovani. Mio cognato tra l’altro era motorista e sotto capo, sicuramente non era compito suo. Nel frattempo uno dei ragazzi è riuscito a tornare a riva mente l’altro attendeva aggrappato ad una boa“.
A questo punto mio cognato e gli altri due nonostante non avessero l’equipaggiamento adatto si sono gettati in mare in mutande togliendosi la divisa per salvarlo“. “Ad un certo punto mio cognato è stato investito dalle onde e nessuno lo ha più visto. Nessuno ha tentato di salvarlo nemmeno i suo i due colleghi perché il mare era troppo forte. E dalle 13 alle 19 prima che arrivasse l’elicottero nessuno lo ha cercato veramente. Lo hanno cercato con pochi mezzi, questo anche perché la Capitaneria di Milazzo non era dotata di una nave che potesse affrontare le onde e questo ritengo sia gravissimo, così come non concepisco che ai soccorritori è stato detto di cercarlo dalla spiaggia e a noi familiari non era stato detto nulla e lo abbiamo dovuto apprendere dalla stampa“.
Ci sono molti punti oscuri in questa vicenda, su come si sono svolte le ricerche che ripeto sono iniziate troppo tardi, pretendiamo chiarezza. Inoltre non capisco perché non si voglia fare l’autopsia e chiudere invece la vicenda così senza fare gli opportuni accertamenti. Ora ci hanno promesso i funerali di Stato ma noi vogliamo solo la verità“.

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