Netflix e le accuse di pedofilia per ‘Cuties’: il bigottismo di troppi genitori moderni, tra social network e miti sbagliati

“Cuties è un racconto sociale contro la sessualizzazione dei bambini. È un film pluripremiato e una storia potente sulla pressione che le giovani ragazze subiscono sui social media e dalla società"
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Accesso ai social (quasi) senza filtri da parte dei bambini, trasmissioni televisive all’insegna della mercificazione del corpo, mamme che vestono le figlie da piccole vamp, e ora il problema è la nuova serie di Netflix, che in realtà denuncia tutto questo o almeno qualcosa di affine. Già, un telefilm finito nel mirino dei perbenisiti e benaltristi, con l’accusa di sessualizzare delle ragazzine. La seria si chiama ‘Cuties‘, ovvero ‘carine’ (da cui il titolo originale, ‘Mignonnes’), ed è stato girato dalla regista e franco-senegalese Maïmouna Doucouré, ricevendo ottimi giudizi di critica, ma senza aver prima fatto i conti con il popolo ‘giustizialista’.

Il nuovo film aveva debuttato sulla piattaforma online lo scorso nove settembre e racconta la storia di una ragazzina di origini senegalesi che vive a Parigi. La piccola, per via anche della religione di famiglia, vive una sorta di doppia vita: a casa si attiene in maniera scrupolosa ai precetti della cultura musulmana, mentre a scuola è affascinata dal modo di vivere all’occidentale. Amy, 11enne, si unisce a un gruppo di ragazzine con la passione della danza che si chiamano ‘cuties’. Ma la nuova libertà la porterà a scontrarsi con la famiglia di fede islamica e con il ruolo che questa attribuisce alle donne. Una storia come tante, di emancipazione e di scoperta di sé, della propria femminilità e del proprio posto nel mondo. Storia realistica, insomma, e molto vicina a quella che è la realtà e la quotidianità di milioni di ragazzine nel mondo. Il pubblico americano, però, ha deciso che in realtà la storia è una sessualizzazione di adolescenti e dunque ha deciso di boicottare Netflix, facendo partire una strenua campagna affinché sempre più persone aderissero e cancellassero l’abbonamento.

L’hashtag #cancelnetflix è diventato virale sui social media e la protesta si è addirittura spostata su Change.org, dove la  petizione ha superato le 600 mila sottoscrizioni, tanto che Netflix, ieri, ha perso nove miliardi in borsa in un solo giorno.

La critica ha ribattuto a questa opposizione dell’opinione pubblica, sottolineando che la volontà era proprio quella di denunciare un ambiente che può iper-sessualizzarsi, quello della danza, soprattutto in un’età in cui le giovani farebbero di tutto per integrarsi. “Cuties è un racconto sociale contro la sessualizzazione dei bambini. È un film pluripremiato – precisano da Netflix – e una storia potente sulla pressione che le giovani ragazze subiscono sui social media e dalla società man mano che crescono. Incoraggiamo chiunque abbia a cuore questi temi così importanti a guardare il film”. Ma come al solito, in questo mondo al contrario, genitori e indignati di tutto il mondo si sono uniti in una dura battaglia all’ultimo sangue contro Netflix. Chissà se poi, allo stesso tempo, impediscono ai figli di avere account social e dunque di poter accedere ad immagini di sesso, o violente, o che incitano all’odio (magari razziale). Insomma, è proprio vero che tutto il mondo paese. Un paese molto piccolo dove la gente mormora e fa prima a giudicare che a valutare con obiettività.

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