La situazione “è sotto controllo, non ci sono emergenze e gravità, chiaro che bisogna assolutamente agire per contenere l’aumento costante dei contagi, mi sto confrontando con le forze politiche, i sindaci e i prefetti“: dopo la scomparsa prematura e improvvisa della governatrice Jole Santelli, Nino Spirlì, a capo della Regione Calabria, invita alla calma.
In un’intervista all’Adnkronos il leghista spiega che ci sarà “un breve periodo di restrizioni non punitive della vita sociale, quasi un consiglio comportamentale ai miei concittadini calabresi, che le regole le rispettano e le hanno rispettate nella prima ondata“.
Spirlì ha parlato più volte anche con il ministro della Salute, Roberto Speranza: “Ci siamo sentiti ieri a lungo e ci risentiamo oggi“.
Spirlì nega ipotesi di chiusure totali, di coprifuoco: “E’ una parola che non mi piace, che mi urta, in Calabria non c’è coprifuoco, perché non c’è guerra, ci saranno limitazioni, magari spalmate nelle 24 ore, e nei posti, ma si tratta solo di limitazioni“.
“Certo, ci sono situazioni a rischio, penso alla scuola, non alle aule, ma ai ragazzi che si assembrano fuori dagli istituti, io stesso ieri mi sono fermato e ho invitato degli studenti a indossare le mascherine, alcuni neanche l’avevano nello zainetto, erano usciti senza di casa“. “Questo mi preoccupa“. “Spero che questi 15 giorni di vicinanza in famiglia – dice riferendosi all’ipotesi di due settimane di didattica a distanza – possano costituire l’occasione per parlarsi a casa di questo“.
Tra le misure all’orizzonte anche lo stop alle visite negli ospedali e nelle Rsa: “Dobbiamo tutelare le fasce più deboli“.
“Le cose è meglio farle adesso, per vedere come si rallenta il contagio, piuttosto che aspettare il periodo natalizio, ad esempio, quando limitazioni più estreme potrebbero mettere a rischio altre categorie di lavoratori, che rischiano di lottare con la fame“. “Anche la protezione sarà coinvolta, ci daranno una mano anche loro, ma voglio che le parole commentino i fatti, non è questo il momento di parlare prima di fare le cose, prima facciamo le cose e poi le comunichiamo“.