“Nonostante l’abolizione del doppio tampone e la riduzione della durata della quarantena, alcune Regioni non applicano retroattivamente le nuove disposizioni. Oggi i nostri avvocati hanno inviato una lettera alle istituzioni, chiedendo di ripristinare immediatamente la legalità. Liberate queste persone!‘. Ad annunciare l’iniziativa sono gli scienziati del gruppo social ‘Pillole di ottimismo – L’ottimismo che viene dalla conoscenza’, i cui legali hanno indirizzato una missiva ai ministri di Salute, Giustizia e Interni, al coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts) per l’emergenza Covid-19 e al capo della Polizia. Oggetto della lettera: “Illegittima disapplicazione, in alcune regioni, delle nuove disposizioni sulla ‘liberazione’ dalla quarantena”, con “conseguente situazione di forzoso e illegale isolamento domiciliare di migliaia di persone”. Gli avvocati Silvia Brizzi, Luciano Butti ed Elena Dragagna, scrivendo a nome dei condirettori di Pillole di ottimismo Guido Silvestri, Sara Gandini e Paolo Spada, chiedono “di intervenire immediatamente per ripristinare la legalità, anche, ma non soltanto, attraverso una immediata indicazione a tutte le Regioni di applicare senz’altro le nuove disposizioni. Vi ringraziamo – concludono – per quanto siamo certi farete nell’interesse di tutti i cittadini italiani”.
“Recenti disposizioni governative – ricordano gli avvocati nella missiva – hanno alleggerito in modo giusto e importante le disposizioni eccezionali vigenti sulla quarantena obbligatoria e sulla sua conclusione. Ciò era stato richiesto da diversi mesi da noi e da tutta la comunità scientifica italiana“, ricordano i legali parlando a nome degli studiosi che rappresentano. “Occorreva farlo perché l’evidenza scientifica è chiara, perché occorre avere rispetto della libertà dei cittadini, e perché criteri arbitrari e pesanti spingevano moltissime persone (sbagliando) a nascondere i sintomi. Oltre che, naturalmente, per adeguare la normativa del nostro Paese agli standard internazionali. Questo cambio di rotta gioca inoltre un ruolo chiave anche nel rafforzamento del tracciamento e del testing, fondamentali in questo cruciale momento, perché evita di impiegare inutilmente risorse (tamponi e personale sanitario) e consente invece di convogliarle nella ricerca di positivi, contenendo così il contagio”.
“Riceviamo notizie secondo cui, invece – prosegue il testo – in alcune regioni (ad esempio Piemonte, Toscana, Lombardia) si pretenda di non applicare le nuove norme sulla liberazione della quarantena a chi era già contagiato prima della loro emanazione. Insomma, secondo queste Regioni le nuove norme non sarebbero retroattive. Altre Regioni (ad esempio Emilia-Romagna, Veneto, Sardegna), invece, applicano correttamente le nuove disposizioni anche a chi era già contagiato al momento della loro emanazione. La pretesa che le nuove disposizioni sulla liberazione dalla quarantena non siano retroattive è – oltre che priva di buon senso – giuridicamente del tutto infondata”. “In primo luogo, infatti – scrivono gli avvocati – il testo delle disposizioni governative non contiene alcun riferimento che possa far pensare ad una loro disapplicazione per chi fosse già contagiato (interpretazione letterale). In secondo luogo, la ‘ratio’ delle nuove norme, chiaramente indicata, si basa sulle evidenze scientifiche. Sarebbe assurdo ritenere che esse siano valide solo per i nuovi contagiati. Anche l’interpretazione logica, quindi, porta al medesimo risultato. Infine, ogni interpretazione delle norme deve essere costituzionalmente orientata. E’ evidente quindi che – anche se vi fosse un dubbio ‘letterale’ (ma non vi è) – si dovrebbe scegliere l’interpretazione favorevole alla libertà personale. Del resto, le norme che limitano le nostre libertà sono per definizione ‘eccezionali’, e le norme eccezionali vanno sempre interpretate, come è a tutti noto, in modo restrittivo. La situazione attuale, dunque, nelle regioni che non applicano le nuove norme a chi è già contagiato, realizza un illegale isolamento domiciliare forzoso di migliaia di persone, senza alcuna base legale che lo giustifichi e perciò in evidente violazione delle norme costituzionali sulla libertà personale”.