“Salvaguardare scuola e lavoro perché con questo coronavirus dobbiamo prepararci a convivere per tutto il 2021“: questa la priorità per Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma. In un’intervista a Il Fatto Quotidiano, il medico ha affermato che “rispetto a marzo-aprile siamo tutti più preparati” perché “ciascuno di noi sa quali sono le precauzioni da prendere” tanto che “abbiamo dimostrato come collettività una disciplina e un senso di responsabilità che non sospettavamo di possedere“. “Dobbiamo continuare in questo modo anche senza aspettare che qualcuno ci dica come comportarci“.
“Per quanto riguarda la macchina pubblica, oggi i reparti di malattie infettive e pneumologia, ma soprattutto i reparti di terapia intensiva hanno una disponibilità di posti letto di gran lunga superiore rispetto a sei mesi fa” e se a marzo-aprile si facevano 25/30.000 tamponi al giorno, “oggi siamo oltre i 160.000 senza tener conto dei test rapidi”
“Tutto si può migliorare, ma vorrei ricordare anche che venivamo da anni di disinvestimenti nella sanità pubblica e in soli sei mesi non si possono fare miracoli“.
Per quanto riguarda invece i nuovi provvedimenti, “il governo ha cercato la sintesi tra le ragioni della scienza e quelle dell’economia e della società, provando a salvaguardare i due capisaldi del nostro vivere collettivo, il lavoro e la scuola. Ma anche le norme più dure non servono a nulla se non sono accompagnate dalla convinzione di tutti noi di poter fare la differenza, da soli e come collettività, seguendo e facendo seguire le semplici regole che conosciamo tutti: distanziamento, igiene delle mani, utilizzo delle mascherine“.